Nave, accusato di tentato omicidio: "Non l’ho nemmeno sfiorata"

La ragazza aveva scritto sui social che tentò di strangolarla, l'uomo si difende nell'interrogatorio

Violenza su una donna

Violenza su una donna

Nave (Brescia), 18 luglio 2019 - «Abbiamo litigato, avevamo bevuto, ma non l’ho aggredita, non ho cercato di strangolarla». Si difende F.V., il 34enne operaio addetto alla manutenzione strade del Comune di Nave, arrestato sabato in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare per il tentato omicidio di un’amica, una barista poco più che coetanea. Accusato di aver messo le mani attorno al collo della ragazza perché lei aveva rifiutato un’avance, l’uomo ieri in sede di interrogatorio di garanzia ha dato la sua versione dei fatti al gip, Alessandra Sabatucci. La serata che lo ha fatto finire in cella risale a fine gennaio. I due, che si conoscono da vent’anni, avevano deciso di trascorrere tempo insieme per raccontarsi le proprie vicissitudini sentimentali.

«Una serata organizzata da lei», sostiene l’arrestato. Dopo qualche bicchiere di troppo F.V., questa la ricostruzione del pm Marzia Aliatis e dei carabinieri, mentre riaccompagnava a casa l’amica avrebbe forzato la situazione approcciandola fisicamente. Rifiutato, sarebbero scattati il tentativo di strangolamento e minacce di morte. Lei ha avuto la forza di opporsi ed è scesa dalla macchina. Un passante l’avrebbe aiutata a rincasare suggerendole di recarsi in caserma a denunciare. Forse per tutelare l’amico, la barista ha però preferito evitare, ma ha riversato su Facebook lo choc e la delusione per quell’epilogo sconcertante.

Il suo post, privo di nomi e cognomi, era stato notato da un conoscente che ha bussato ai carabinieri. L’indagine ha permesso di trovare riscontri. Sentita in procura, la presunta vittima ha confermato tutto. F.V. però che in molti in paese hanno descritto come «irriconoscibile» se beve troppo e già sospeso dal lavoro in Comune, non ci sta a passare per violento. «E’ molto provato dal carcere, è un incensurato, mai era finito dentro prima» dice l’avvocato Vincenzo Mustica, che lo assiste, preferendo non rivelare troppi dettagli del contenuto dell’interrogatorio. Il difensore non ha chiesto al gip un ammorbidimento della misura. «Ci rivolgeremo al Riesame».