Nadia Toffa, applausi e lacrime nel giorno dell'addio: "Era una di noi"

Tanta gente comune al funerale della celebre presentatrice tv de Le Iene

Nadia Toffa

Nadia Toffa

Brescia, 17 agosto 2019 - Un lungo saluto collettivo pieno di commozione, iniziato e concluso con scroscianti applausi sulle note dell’Halleluja di Leonard Cohen, partecipato da migliaia di persone che si sono riversate in Cattedrale e in piazza Duomo. Tutti insieme «per rendere onore al suo indomito coraggio, al suo sorriso gentile, alla sua lotta contro la disonestà, ma soprattutto alla sua passione per la vita, la vita vera»,  recita un messaggio scritto dal vescovo di Brescia Pierantonio Tremolada e letto in chiesa dal parroco, don Alfredo Scaratti. E' stato un grande evento della collettività il funerale di Nadia Toffa, la "iena" morta di cancro a soli 40 anni.

Riprese con i telefonini, cartelli, braccia che si allungavano per toccare la bara bianca coperta da un cuscino di rose bianche su cui spiccava la cravatta nera deposta dall’ideatore delle Iene Davide Parenti. A salutare la conduttrice, non c’erano solo i familiari  i genitori Margherita e Maurizio, la sorella Mara con il marito e i figli - gli amici e i colleghi della trasmissione Mediaset al completo, ma anche gente in lacrime che Nadia e non l’aveva mai vista se non attraverso lo schermo della tv. Però voleva dirle ciao perché «era una di noi», «un esempio di forza contro la malattia», «uno sprone contro le difficoltà quotidiane». «La gente l’ha amata così tanto perché Nadia era autentica», ha detto fuori dal Duomo il collega Enrico Lucci.

Tra i presenti, a stringere in un abbraccio ideale e concreto la famiglia Toffa , anche una rappresentanza del Comune di Brescia e persino una delegazione arrivata in autobus da Taranto dove la giornalista aveva combattuto molte battaglie contro l’inquinamento del polo siderurgico, tanto da guadagnarsi la cittadinanza onoraria. A celebrare le esequie, il parroco di Caivano (Napoli), don Maurizio Patriciello: «Nadia ha avuto fame e sete di giustizia, ha dato voce ai deboli, bistrattati, maltrattati. Come nella mie terra, la Terra dei Fuochi, dove il terreno è inquinato anche dai rifiuti del Nord con la complicità della nostra camorra. Ha fatto del suo lavoro una missione come dovremmo fare tutti, e per questo è stata amata. Certo aveva anche nemici, come del resto li aveva Gesù. Ha insegnato anche a non vergognarsi della malattia e ad amare la vita fino all’ultimo respiro».