Operatrice uccisa a coltellate: 23 ferite, profonda e fatale quella al fegato

Chiesta perizia per l’omicida dell’assistente psichiatrica uccisa ad Iseo

La scientifica a Cascina Clarabella, dove è stata uccisa Nadia Pulvirenti

La scientifica a Cascina Clarabella, dove è stata uccisa Nadia Pulvirenti

Brescia, 27 gennaio 2017 - Ventitré ferite da arma da taglio inferte con la punta e con la lama, di cui una particolarmente profonda al fegato, risultata essere quella letale. Abderrahim El Mouckhtari, 54 anni, malato psichiatrico e pregiudicato per maltrattamenti, ha martoriato l’operatrice Nadia Pulvirenti, 25 anni, a cascina Clarabella a Iseo. Ben 19 sono stati i colpi inferti con la punta del coltello da cucina che l’aggressore ha poi abbandonato sul luogo del delitto: il miniappartamento dove viveva da quando nel 2007 era in carico a Cascina Clarabella. Qui, tra i vigneti della Franciacorta e una zona ricca di pozze e laghetti, Nadia lavorava come assistente psichiatrica, impegnata in un progetto di inclusione sociale in cui credeva moltissimo. Qualcosa, in questo caso, pare non avere funzionato, anche se restano da chiarire le cause che hanno scatenato il terribile e violentissimo raptus omicida, di cui il nordafricano ha detto di non ricordare i contorni. L’uomo, ha spiegato di volere chiedere scusa a Nadia, con cui ha sempre avuto un buon rapporto, come se non si fosse reso conto di quello che è accaduto. Da tempo El Mouckhtari, 54 anni era seguito da cascina Clarabella, che in Italia è da anni considerata una struttura di eccellenza.

Da anni il cinquantenne, grazie all’assistenza di psichiatri e operatori, non dava segni di squilibrio. Dopo la denuncia per maltrattamenti risalente al 1999 e condanna passata in giudicato aveva trascorso un periodo nel carcere giudiziario di Montelupo Fiorentino, segno questo che prima delle cure aveva un carattere che talvolta diventava violento. Oggi alle 15 nella chiesa di Castegnato i funerali di Nadia, che lascia madre, padre, un fratello e il fidanzato.