Brescia, ragazza muore per mix di alcol e droghe: in sei sotto accusa

Nei guai l'amico che le ha iniettato l'eroina. Individuati gli spacciatori

Indagini della Mobile bresciana

Indagini della Mobile bresciana

Brescia, 22 marzo 2021 - Una ragazza muore per un mix di alcol, droghe e farmaci, scatta un'indagine della Squadra Mobile di Brescia che porta a sei misure cuatelari per omicidio preterintenzionale e spaccio di stupefacenti.  Il gip presso il Tribunale di Brescia a seguito dell'indagine coordinata dal sostituto procuratore Benedetta Callea, ha disposto misure cautelari nei confronti di 6 cittadini, tre dei quali pregiudicati.

La vicenda

I fatti risalgono al 23 agosto 2020 dopo il ritrovamento del cadavere di una giovane ragazza bresciana, la 24enne F.M., all’interno della propria abitazione in via Fornaci. A chiamare i soccorsi era stata un’amica della defunta la quale, insieme a M. P., 33 anni, aveva tentato invano di rianimarla. La sera del 20 agosto la vittima, insieme a M.P., aveva fatto uso di ansiolitici e di alcool. Il giorno seguente entrambi avevano sniffato sostanza stupefacente del tipo ketamina, quindi la sera la defunta, sempre in compagnia di M.P. e di una sua amica, aveva fatto uso di cocaina ed hashish e consumato bevande alcooliche.

Lo "sballo" è proseguito ancora nel pomeriggio del 22 agosto, quando i tre amici avevano consumato ancora ketamina e bevande alcooliche e ancora la sera  M.P. avevano assunto eroina. Dalle indagini è poi emerso che la dose di eroina era stata divisa a metà, che M.P. si era somministrato per via endovenosa una parte mentre l’altra veniva in parte fumata dalla defunta (che mai aveva usato eroina in precedenza) e in parte iniettata alla ragazza in vena da parte di M.P. I tre erano finalmente andati a dormire.

Intorno alle  3.45 della notte, l’amica e M.P. avevano sentito che la defunta aveva un respiro rumoroso, quindi dopo essersi sincerati che respirasse, erano tornati a dormire. In particolare, M.P. rassicurava l’amica dicendole che egli si era iniettato una dose doppia di eroina quindi non ci sarebbero state conseguenze per F.M. La mattina seguente alle  9  M. P. e l’amica verificavano le condizioni di F. M. e scoprivano che non respirava più, tentando invano di praticare i primi soccorsi. A quel punto davano l'allarme, e mentre l’amica provava a rianimare F.M., M. P. si allontanava per eliminare le siringhe usate per iniettarsi (e iniettare a F.M.) l'eroina.

Il referto medico evidenziava in M.F. una marcata positività agli oppiacei, alla cocaina, alla ketamina, alle benzodiazepine ed una lieve positività ai cannabinoidi; la causa della morte era avvenuta per arresto cardiorespiratorio terminale da acuta intossicazione di oppiacei e ketamina. Intant iniziava l’attività degli investigatori della  Mobile, consistita anche in intercettazioni, per appurare cosa fosse accaduto prima del decesso di M.F., riscontrare che l’eroina fosse stata in effetti somministrata alla defunta da parte di M.P. e identificare tutti i soggetti che a vario titolo avevano ceduto le varie sostanze stupefacenti ai tre giovani.

Le indagini

Gli agenti hanno individuato la 25enne  S.R. di anni 25, che il 21 e 22 agosto aveva ceduto la ketamina in un appartamento nella zona Nord di Brescia.  S. R. riforniva costantemente di ketamina e marjiuana anche una serie di altri ragazzi bresciani. Gli investigatori ricostruivano altre importanti cessioni di stupefacenti e quella avvenuta la sera del 22 agosto nel Villaggio Prealpino ad opera di H.B., tunisino di 33 anni, spacciatore benché in affidamento in prova, che risultava uno dei fornitori abituali della defunta. Emergevan anche una serie di cessioni nei pressi della fermata della metropolitana Prealpino a vari acquirenti: in un’occasione H.B. mentre si accingeva ad una consegna di stupefacente ad un gruppo di ragazzi che si trovavano in un bar in via Triumplia, spaventato dall’eventuale presenza di poliziotti, aveva ingerito lo stupefacente. La Squadra Mobile poi individuava T.M. di  28 anni, il quale dalla propria abitazione sita a Coccaglio,  sempre in affidamento in prova ai servizi sociali, cedeva ketamina a S.R. e ad altri soggetti. Lui era in rapporti di collaborazione nello spaccio di sostanze stupefacenti con F.G., albanese 31enne.

Sotto accusa

Il 13 ottobre personale della Squadra Mobile effettuava una perquisizione nell’abitazione di Coccaglio in cui era presente il solo F.G. equestrando 3.915 cartoncini (chiamati in gergo TRIP) a forma di francobollo imbevuti di metanfetamine allucinogene oltre ad altre sostanze (cocaina, hashish, marjiuana e popper).  In una chat sul telefono dell'albanese risultava che il 13 agosto avesse ceduto 5 litri di ketamina per 4.500 euro e 200 cartoncini imbevuti di acido allucinogeno. A quel punto era chiara la ramificata attività di spaccio che coinvolgeva H.B., T.M., F.G. e S.R. Posizione diversa per M.P.  che,  avendo inettato l'eroibna in vena alla ragazza perché “lo sballo sarebbe stato più forte di quello provocato dal fumarla”, deve rispondere di omicidio preterintenzionale.