Tragedia sul lago di Garda: "Costituirsi? Un gesto di strategia difensiva"

Dura reazione dei genitori di Greta Nedrotti la ragazza vittima con Umberto Garzarella dell’incidente nautico avvenuto nel golfo di Salò

Inchiesta sulla morte dei due ragazzi

Inchiesta sulla morte dei due ragazzi

Salò (Brescia) - «La consegna? Una scelta difensiva obbligata. Non un gesto di responsabilità. Diverso sarebbe stato se con lui si fosse presentato in Italia anche il proprietario del motoscafo". A parlare, tramite i loro avvocati Caterina Braga e Patrizia Scalvi, sono Nadia e Raffaele Nedrotti, i genitori di Greta, la 25enne falciata e uccisa lo scorso 19 giugno al largo di Portese con Umberto Garzarella, 37 anni, dal motoscafo pirata. La notizia dell’arresto del conducente del Riva Acquarama, il 52enne manager di Monaco Patrick Alexander Kassen – i carabinieri del Nucleo investigativo e della compagnia di Salò lo hanno prelevato all’alba al Brennero mentre era in auto con il suo avvocato con l’intenzione di costituirsi – non ha convinto le famiglie delle vittime. "Pensavano fosse una buona notizia. Poi ci hanno riflettuto e hanno capito che è solo strategia", dice Braga. Nei confronti di Kassen la Procura aveva firmato un mandato di arresto europeo per duplice omicidio colposo e omissione di soccorso, che attendeva la convalida della Corte d’appello di Monaco. L’amico, il proprietario del Riva, è indagato a piede libero.

Per il gip Andrea Gaboardi, che ha riconosciuto l’impianto accusatorio (ma non l’omissione di soccorso per una questione giuridica) Kassen "ha temerariamente affrontato una navigazione notturna del lago a fortissima velocità, pari al quadruplo del massimo contentito, accecato dall’utilizzo improprio dei fanali e dopo aver ingerito copiosi quantitativi di alcol, tali addirittura da farlo precipitare in acqua per mancanza di equilibrio al momento dell’ormeggio e da indurgli il vomito qualche ora più tardi – si legge nell’ordinanza – Violazioni così macroscopiche, specie per un navigante esperto quale Kassen, da rivelare un’assoluta incuranza e uno spavaldo disprezzo per la sicurezza del traffico navale e la pubblica incolumità". E ancora: "Pur essendosi certamente accorto di aver colpito un’altra imbarcazione, non solo ha proseguito indisturbato verso Salò, ma una volta ormeggiato si è intrattenuto presso un bar continuando a bere". Alla luce di "una tale spregiudicatezza e una consimile assoluta indifferenza per la vita umana e l’incolumità personale" è plausibile una recidiva.

Il video di una telecamera di un’abitazione a bordo lago a Portese ha immortalato lo schianto alle 23,24. Nel filmato appare la barchetta di Umberto e Greta segnalata da regolamentare luce bianca e poi il motoscafo sopraggiungere a forte velocità – stando alla Guardia Costiera a 20 nodi, quando il limite nel golfo di notte in quei giorni era di 5, oggi è di 3 – colpire il gozzo, saltargli sopra sollevandosi in modo vistoso e proseguire la corsa. Al timone in quel frangente c’era Kassen, patente nautica dal 1990, proprietario a sua volta di un motoscafo. Dopo aver sentito a suo dire un rumore non forte e vedendo che il Riva imbarcava acqua ha lasciatoil timone all’amico. Durante l’attracco alla nautica Arcangeli di Salò, alle 23,33 Kassen è scivolato nel lago. Per il gip la ragione è il "conclamato stato di ubriachezza". Il "crescendo etilico" dei due sarebbe iniziato alle 15 e proseguito fino a tarda notte ben oltre la sciagura. Solo Kassen ha accettato di sottoporsi all’alcoltest: a 14 ore dall’incidente aveva un tasso di 0,29 "compatibile con una severa intossicazione al momento del sinistro".