"Morte sul lavoro: inquinata la scena"

Due imputati per l’omicidio colposo di un artigiano impegnato nella rimozione dell’amianto da un tetto

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I dieci testimoni citati dall’accusa non si presentano, e il giudice dispone un nuovo rinvio. Slitta al 9 novembre il processo scaturito dall’infortunio sul lavoro in cui cinque anni fa, in un cantiere edile di Mairano, morì un artigiano 37enne di Offlaga. Era il 9 luglio 2015. Carlo Bonazza cadde dall’alto durante la rimozione di alcune reti. La Procura contesta ai titolari della ditta Arctek, della quale la vittima era socio, e al proprietario del cantiere non solo l’omicidio colposo, ma anche la frode processuale. Motivo: stando al pm Carlo Pappalardo gli imputati avrebbero provato a depistare l’autorità giudiziaria cambiando in fretta e furia la scena dell’incidente prima dell’arrivo dei soccorsi per coprire il mancato rispetto delle norme di sicurezza. La Arctek in quei giorni era impegnata in interventi di rimozione di amianto da un tetto: Bonazza e soci avevano lavorato a oltre sei metri di altezza.

Stando alla ricostruzione del pm Carlo Pappalardo l’incidente è avvenuto durante lo smontaggio delle reti anticaduta agganciate a inizio turno. Bonazza, sposato e padre di due bimbe, stava staccando quelle reti in piedi in una cesta alzata da un braccio telescopico manovrato dai colleghi, è la versione dell’accusa. D’un tratto è volato di sotto, la cesta gli è finita addosso e l’ha schiacciato. La Procura ritiene che vi sia stata una manovra errata del braccio meccanico, peraltro non idoneo al sollevamento di persone. Per nascondere le irregolarità sarebbe stata ‘truccata’ la scena dell’incidente, con lo spostamento della cesta in altro luogo del cantiere e il rapido posizionamento accanto al corpo del malcapitato di una lampada, di moschettoni e di un’impalcatura mobile rotta di proposito nella parte superiore, così da far figurare una dinamica diversa da quella reale.

B.Ras.