Mamma incinta morta in ospedale, a processo due medici: "Continueranno a lavorare"

Rinviati a giudizio i due medici del Civile accusati della morte di Giovanna Lazzari all’ottavo mese di gravidanza. Belleri: "Tutto quello da fare è stato fatto"

Giovanna Lazzari

Giovanna Lazzari

Brescia, 6 dicembre 2016 - «La magistratura ha un suo corso, attendiamo l’esito del processo». Così il direttore generale degli Spedali Civili di Brescia, Ezio Belleri, commenta la decisione del gup Alessandra Sabatucci di rinviare a giudizio i due medici del nosocomio cittadino accusati di omicidio colposo e di interruzione di gravidanza per la morte di Giovanna Lazzari, la donna incinta all’ottavo mese deceduta il 31 dicembre del 2015. Giovanna Lazzari (madre di altri due bambini) arrivò in ospedale dopo avere contratto con ogni probabilità fuori dal Civile il batterio dello streptococco. Per la Procura i due medici avrebbero sottovalutato il problema liquidando i sintomi come quelli «di una banale gastroenterite». In attesa della prima udienza del processo in calendario per il prossimo 3 marzo, F. P., ginecologo del Civile e medico di fiducia della vittima, e l’ostetrica E.B. restano la loro posto.

«Dal punto di vista operativo, non accade nulla di nuovo, i due medici continueranno a lavorare nella nostra struttura – spiega Belleri – Casi di medici su cui pendono indagini che poi danno a luogo anche a processo, ce ne sono in ogni struttura d’Italia». Per i due magistratu titolari dell’inchiesta, il sostituto procuratore Ambrogio Cassiani e il procuratore aggiunto Carlo Nocerino, nell’avviso di chiusura imputano, però, la morte della donna e del feto proprio all’imperizia e alla negligenza dei due medici che avrebbero affidato tutta l’attività di monitoraggio a una specializzanda e a una ostetrica «con poco più di un anno di esperienza». Per Belleri non ci sarebbero particolari preoccupazioni.

«È un caso mediatico che ha avuto grande risalto, anche a livello nazionale, per la drammaticità, visto il coinvolgimento di una mamma con la sua bambina – osserva il massimo dirigente del principale nosocomio cittadino – Ora sarà compito della giustizia valutare quanto è accaduto lo scorso 31 dicembre all’interno della nostra struttura». Il direttore generale del Civile sottolinea infine come l’ospedale all’indomani della tragedia abbia aperto una indagine interna che si è mossa parallelamente a quella voluta dal ministero della Sanità. «Tutto quello che si doveva fare è stato fatto, anche per vedere se c’erano margini di miglioramento – conclude Ezio Belleri – Alla luce di quei risultati non è stato cambiato nulla di sostanziale».