Morta dopo l’asportazione di un neo: chiesti sedici anni per il santone

Quattordici anni per il chirugo bresciano Paolo Oneda, dieci per la sua compagna, la psicologa Paola Dora, e sedici per il fondatore del centro olistico Anidra, in Liguria, Paolo Bendinelli. Sono le richieste di condanna avanzate ieri dalla procura di Genova al processo in abbreviato che si sta celebrando nel capoluogo ligure per il presunto omicidio volontario di Roberta Repetto, la 40enne figlia dell’ex sindaco di Chiavari nel 2018 uccisa da un melanoma dopo l’asportazione di un neo con pratiche alternative. A operarla su un tavolo da cucina di un agriturismo di Anidra, secondo l’accusa senza anestesia né esame istologico, fu Oneda, un tempo in forza all’ospedale di Manerbio e a primavera per questa vicenda finito in manette. Repetto trascorse due anni di agonia, curata solo con meditazioni, tisane e bagni nel fiume, si ritiene plagiata e isolata da famiglia e amici, finché appunto morì stroncata dalle metastasi. Assistiti dagli avvocati Luigi e Giordana Frattini, Oneda e Dora - presente all’intervento chirurgico - in aula si sono professati innocenti. "Dissi a Roberta di farsi vedere la ferita alla schiena ma lei odiava gli ospedali" ha dichiarato Dora, già finita in un’altra inchiesta perché sospettata di indirizzare ragazze fragili al centro dove poi venivano plagiate per rapporti di gruppo, donare soldi e lavorare gratis. Il guru Bendinelli, che insieme alla responsabile legale Teresa Cuzzolin risponde pure di circonvenzione di incapace (Cuzzolin è l’unica ad aver scelto il rito ordinario, e attende che il gup si pronunci) ha rilasciato dichiarazioni spontanee. "Al centro ognuno era libero di fare quello che voleva, non c’era alcuna costrizione da parte mia. Il percorso olistico e tantrico era basato sulla condivisione, io sono un naturalista ma mai stata contro la medicina tradizionale". Bendinelli è accusato anche di violenza sessuale e maltrattamenti. Si prosegue il 7 luglio.B.Ras.