"Misure tardive: l’anno di realizzazione degli obiettivi è stato stimato nel 2025"

Le modifiche dei piani esistenti sono state adottate e approvate dopo la data di scadenza del termine impartito nel parere motivato, fissata al 16 aprile 2017

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Misure tardive, con effetti sulla qualità dell’aria che si dispiegano troppo lentamente.

Questi i due principali motivi per cui la Corte di Giustizia europea ha condannato l’Italia, anche alle spese, per l’eccesso di No2 nell’aria.

In particolare, "le misure di modifica dei piani esistenti per la qualità dell’aria – scrive la Corte - per le Regioni Piemonte, Lombardia, Liguria, Toscana e Siciliana sono state tutte adottate e approvate successivamente alla data di scadenza del termine impartito nel parere motivato, fissata al 16 aprile 2017, come confermato dalla Repubblica italiana nel suo controricorso, sebbene nelle zone appartenenti a tali Regioni fossero stati constatati superamenti del valore limite annuale fissato per il NO2 a partire dall’anno 2010".

Altro punto dirimente riguarda le tempistiche: per la Lombardia (e Lazio), l’anno di realizzazione degli obiettivi di qualità dell’aria è stato stimato nel 2025.

"Si deve quindi concludere che le misure previste in tutti questi nuovi piani non sono idonee a consentire che il periodo di superamento dei valori limite fissati per il No2 sia il più breve possibile, poiché producono i loro effetti solo diversi anni dopo la registrazione del primo superamento del valore limite annuale fissato per il No2 nelle zone interessate dal presente ricorso, con conseguente violazione delle disposizioni dell’articolo 23, paragrafo 1, secondo comma, della direttiva 20085".

F.P.