Minorenni in merceria con la pistola: la cassa resta chiusa, panico e fuga

Leno, il titolare ha resistito alla minaccia. I carabinieri hanno fermato la banda mentre tentava il bis in un bar. L’arma era finta

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Fanno irruzione in una merceria con il calcio della pistola in bella vista che spunta dalla tasca della giacca, una tacita minaccia, e pretendono che il titolare consegni tutto l’incasso. La rapina però va in fumo perché la vittima a dispetto dell’età - è un ultra 65enne - ha resistito con prontezza di riflessi e coraggio e non ha aperto la cassa. La tensione provocata dall’attesa li spiazza e li mette in fuga. È quanto è successo l’altro pomeriggio a Leno.

I malviventi - in tutto tre diciottenni, due di casa a Manerbio e uno, originario della Tunisia, a Offlaga - sono stati arrestati in flagranza poco dopo aver tentato la rapina, che poi è appunto naufragata. Addosso uno dei tre aveva una pistola giocattolo, ma il negoziante che l’aveva vista fare capolino dal giaccone non lo sapeva e aveva ovviamente temuto fosse vera. Il terzetto si era appunto introdotto nella sua merceria con l’intenzione di uscirne con il bottino, invece si è allontanato rapidamente a bordo di uno scooter con targa coperta.

Ricevuto l’allarme, i carabinieri delle stazioni di Leno e Manerbio (della Compagnia di Verolanuova) hanno avviato le perlustrazioni della zona e a stretto giro hanno individuato i presunti rapinatori ancora a Leno, in procinto di riprovare un blitz con le medesime modalità ai danni di un bar, ma nemmeno questa volta le cose sono filate lisce. I militari li hanno interrotti palesandosi con le manette.

Portati in carcere a Canton Mombello, i diciottenni si sono presentati in tribunale per la convalida. Il giudice ha convalidato la misura ma li ha scarcerati, disponendo nei loro confronti l’obbligo di dimora nel Comune di residenza

B.Ras.