"Meglio affidarsi a dati oggettivi senza le preferenze dei professori"

Il parere dei ragazzi sui banchi "Gli atenei l’hanno capito"

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"Le prove Invalsi? Sono più oggettive, peccato che però non siano tenute in conto nel voto finale". Un pensiero condiviso da Chiara e Maria Menapace, studentesse bresciane, la prima fresca di maturità, la seconda alla vigilia dell’ultimo anno di scuola superiore. "I voti delle superiori non sempre rispecchiano il livello delle competenze – racconta Chiara – perché a volte sono influenzati dalle preferenze dei prof, a volte l’insegnante, per scelta, decide di non mettere voti superiori all’8". "A volte nelle interrogazioni può subentrare l’ansia – sottolinea Maria – e uno non esprime al massimo quello che sa, per cui il voto non riflette le sue competenze". Non a caso nelle università il voto della maturità non ha più un gran peso. "Ho visto compagni con 100 non passare i test dei corsi a numero chiuso, superati invece da chi aveva ottenuto meno. Io devo iniziare Economia, ho dovuto passare un talk, mentre il mio voto di maturità non me lo hanno chiesto".

Più oggettivi gli esiti delle prove Invalsi. "Sei valutato per quello che sai – commenta Chiara –. Peccato che non vengano prese in considerazione per il voto finale. Così sono quasi inutili". Per gli studenti sarebbe importante anche avere un giudizio che vada oltre i numeri. "Non tutte le competenze sono sintetizzabili in un numero, sarebbe bello che ci fosse anche una valutazione più personale", concordano Chiara e Maria.

F.P.