Medaglia d’onore al maestro-eroe che divise il lager con Guareschi

Il riconoscimento postumo è andato a Giuseppe Manzoni, l’ex sindaco di Primaluna, deportato a Bergen

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PRIMALUNA (Lecco)

di Daniele De Salvo

Durante i 24 mesi di internamento ha conosciuto lo scrittore Giovannino Guareschi, Giuseppe Lazzati futuro rettore della Cattolica, Alessandro Natta che sarebbe divenuto segretario del Pci e l’attore Gianrico Tedeschi. Con loro ha condiviso la cella, il rancio, la fame, il rischio continuo di morire, ma soprattutto gli ideali di patriottismo, ognuno secondo il proprio sentire politico. Il compagno di prigionia di chi ha poi scritto parte della storia d’Italia è stato Giuseppe Manzoni, sindaco di Primaluna per diversi mandati e consigliere provinciale di Como scomparso nel 1976 all’età di 57 anni. È uno dei 20 deportati e internati lecchesi nei lager nazisti a cui il prefetto di Lecco Castrese De Rosa, in occasione della Giornata della Memoria, ha conferito la Medaglia d’Onore postuma. Aveva da poco compiuto 22 anni quando il 4 dicembre 1941 venne chiamato alle armi. Come tanti altri suoi coetanei l’allora giovane maestro di Cortabbi dovette riporre il gessetto, con cui insegnava a scrivere e far di conto ai suoi alunni, per indossare la divisa grigia dell’89° Reggimento di fanteria. Era un bravo insegnante, aveva studiato e ci sapeva fare con i suoi uomini: l’1 febbraio 1942 venne così promosso caporale, ad aprile il trasferimento al 15° Battaglione d’istruzione a Pietra Ligure, poi il corso ufficiali di complemento, le mostrine da sottotenente e nell’aprile 1943 il fronte greco-albanese dove venne catturato dai tedeschi. Prima la prigionia all’Oflaf X B Bremerworde-Sandbostel in Bassa Sassonia, quindi al 73 di Benjaminovo in Polonia e dopo l’83 a Wietzendorf-Bergen di nuovo in Germania, per essere infine liberato dagli Alleati nell’aprile ‘45.

Si salvò solo dopo che fu creduto morto e gettato sopra un mucchio di cadaveri. Il 6 ottobre 1958 per il suo servizio militare e per il periodo di internamento gli venne conferita la Croce al merito di guerra. "Ho avuto l’onore di conoscerlo di persona, era un uomo eccezionale - racconta il 73enne di Barzio Augusto Giuseppe Amanti, “l’archeologo della memoria“ degli internati valsassinesi e non solo durante la Seconda guerra mondiale -. Non parlava molto di quel periodo e delle persone importanti che aveva conosciuto, ma certamente lo hanno segnato".

La Medaglia d’Onore verrà consegnata direttamente ai discendenti, mentre ieri è già stata consegnata al figlio la Medaglia ad Angelo Castelnuovo, classe 1923 di Germanedo, catturato dai tedeschi a Creta il 9 settembre 1943 e spedito nello Stammlager di Dessan.