Ghedi, polemiche sulla maxi discarica: il sindaco esprima un “no” inequivocabile

In campo anche Legambiente

Secondo gli ambientalisti il territorio sta già pagando un prezzo altissimo in termini di insediamenti dannosi per l’uomo

Secondo gli ambientalisti il territorio sta già pagando un prezzo altissimo in termini di insediamenti dannosi per l’uomo

Ghedi (Brescia), 12 novembre 2018 - Continua il braccio di ferro tra territori e business dei rifiuti, che a rotazione interessa tutta la provincia bresciana. A Ghedi, nella Bassa, non era ancora stato smaltito il “colpo” per il semaforo verde alla discarica “Inferno”, un milione di metri cubi prossimi allo sversamento, che ora il fronte si sposta nei confronti della discarica Edilquattro, sempre nella stessa zona, per la quale è in corso l’iter autorizzativo. Domani in Provincia è prevista la conferenza dei servizi, un incontro che potrebbe essere decisivo per l’ottenimento della Via (Valutazione d’impatto ambientale).

E che sta fomentando polemiche: «Il sindaco di Ghedi intervenga per affermare in modo inequivocabile il suo “no” al progetto, così come ha fatto mediante una concreta e motivata delibera di giunta il Comune di Castenedolo – fa sapere il circolo di Legambiente La nostra terra –. Siamo in un territorio già fortemente antropizzato e al limite della sopportazione. Il primo cittadino si assuma in concreto e non con inutili proclami la responsabilità di agire fattivamente per evitare l’insediamento della nuova discarica per tutelare la salute dei suoi cittadini». Il progetto, avanzato dalla società di Arturo Bernardelli reduce da battaglie giudiziarie decennali per avviare vari impianti nel Bresciano, interessa ancora l’ambito estrattivo 39 (cave di sabbia) in località Fenil Nuovo, al confine tra Ghedi e Castenedolo. Nel sito si vorrebbero stoccare 1.539.520 metri cubi di rifiuti.

Il comune di Castenedolo ha già protocollato un parere negativo appellandosi ad Ats, secondo cui «per quanto riguarda gli impatti sulla salute si ritiene non siano presentati adeguati dati di monitoraggio sufficientemente recenti relativamente alla qualità dell’aria» e sottolineando le «criticità riguardanti le acque sotterranee dovute all’asportazione di parte dello strato argilloso con funzione protettiva della falda». Anche l’Amministrazione di Ghedi è nettamente contraria, ma ritiene di non dovere, per ora, entrare nel merito: «L’apertura di nuove discariche in teoria sarebbe in contrasto con un vincolo inserito nel piano regionale d’area che vieta nuovi impianti sul nostro territorio – dice Lorenzo Borzi –. Anche domani in sede di conferenza dei servizi lo ribadiremo ed è ovvio che se il progetto passasse faremmo ricorso. Ma è il Consiglio regionale che dovrebbe pronunciarsi con più chiarezza sulla vicenda. E poi il nostro sarebbe un parere non vincolante». Per gli ambientalisti però «muoversi e fare ricorso ad autorizzazione già avvenuta, denota superficialità e noncuranza. Ci si doveva attivare quando l’iter era stato aperto».