Massacrata in casa: chiuse le indagini sull’ex compagno

Il 4 marzo scorso il delitto della 42enne ritrovata in una fossa

Viktoriia Vovktorub

Viktoriia Vovktorub

Brescia - Il femminicidio di Viktoriia Vovktorub, la 42enne ucraina uccisa lo scorso autunno e sepolta nel giardinetto incolto di una bocciofila abbandonata, è un caso chiuso. La Procura ha concluso le indagini. E punta il dito contro l’ex fidanzato Kadrus Berisa, in cella da allora. Omicidio aggravato dalla premeditazione, e dalla concomitanza che la donna fosse vittima di stalking e maltrattamenti, e occultamento di cadavere, le ipotesi accusatorie. Il corpo di Viktoriia, barista e badante in attesa di regolarizzazione, due figli di 17 e 20 anni in patria, era stato recuperato il 13 novembre sotto un metro di terra nel quartiere Primo maggio. A cinquanta metri dalle finestre di casa dell’ex.

A farlo ritrovare era stato proprio il sessantenne serbo, che però non ha mai ammesso di averla uccisa. Piccoli precedenti di polizia, uomo tuttofare per la manutenzione di numerosi stabili in città, era stato bloccato dai carabinieri mentre buttava nell’isola ecologica di via Metastasio un tappeto sporco del sangue di Viktoriia. Il pm Donato Greco è sicuro che la badante sia stata massacrata con un colpo in testa inferto con un oggetto contundente e 14 coltellate al torace su quel tappeto, nella casa in cui avevano convissuto fino all’estate precedente.

Nel salottino il Luminol aveva ‘acceso’ 35 schizzi ematici su una credenza e una chiazza sul pavimento. Da subito, sin da quando il 6 novembre un’amica di Viktoriia avevano denunciato la sua scomparsa, gli investigatori avevano sospettato del 60enne, che la vittima aveva lasciato per un altro. Lui voleva tornare con lei. Era geloso e manesco, è la tesi della magistratura, e le condotte si erano ripetute negli ultimi due anni. Il pm gli contesta anche di avere minacciato di morte la 42enne con un cacciavite pochi giorni prima di ammazzarla. I due si erano incontrati la sera del 4 novembre in un chiosco di via dei Mille, poi si erano diretti da lui per cena. A mezzanotte e mezza il cellulare della donna era spento. Per l’accusa era già morta.