L'imprenditore Bozzoli sparito in fonderia, i nipoti: "Siamo innocenti"

Interrogati per cinque ore dal procuratore

Giacomo Bozzoli

Giacomo Bozzoli

Brescia, 19 luglio 2019 - «Nessun odio, ma anzi gratitudine nei confronti dello zio Mario, che ci aveva insegnato a combinare le leghe dei metalli e dato l’opportunità di lavorare con lui e nostro padre». I fratelli Alex e Giacomo Bozzoli per cinque ore mercoledì hanno provato a smontare le convinzioni dell’ex pg Pierluigi Maria Dell’Osso, ora in pensione, che dopo aver avocato le indagini sul giallo della fonderia di Marcheno le ha chiuse ritenendo che i due debbano rispondere di omicidio premeditato e distruzione del cadavere dell’imprenditore cinquantenne. Era l’8 ottobre 2015. Alle 19 Mario Bozzoli a fine turno chiamò la moglie («Mi cambio e arrivo») e poi sparì. Ucciso senza ombra di dubbio, è l’idea degli inquirenti.

I principali sospettati sono i figli del contitolare Adelio, per l’accusa in forte contrasto con lo zio per visioni contrapposte di gestione degli affari. Avrebbero messo in atto il delitto perfetto - come non si sa, non ci sono né arma né cadavere - grazie alle reticenze degli operai Oscar Maggi e Aboagje Abu Akwasi, che rispondono invece di favoreggiamento. Assistiti dall’avvocato Luigi Frattini, i nipoti hanno chiesto di essere ascoltati dal procuratore reggente Marco Martani. Il primo a parlare, e a negare tutto, è stato Giacomo, 34 anni, ritenuto «ossessionato» dal proposito di eliminare lo zio. La sua Porsche Cayenne che esce e rientra dalla fabbrica in concomitanza con la chiamata di Mario alla moglie e poi esce di nuovo è il presunto mezzo a bordo di cui il corpo dell’imprenditore scompare. Anche Alex, 40 anni, ha smentito i dissidi per ragioni economiche. «Il papà e lo zio avviavano attività e acquisti di pari passo, erano d’accordo. La nuova fabbrica a Bedizzole varata da noi e nostro padre è un’azienda di commercio rottami che non faceva concorrenza a Marcheno». E Giuseppe Ghiradini, l’operaio trovato avvelenato a Case di Viso in circostanze misteriose? «Aveva pessimi rapporti con tutti, soprattutto con Mario». Martani ora dovrà decidere: archiviare o chiedere il processo.