Giallo di Marcheno, l’inchiesta sull'imprenditore scomparso riparte da zero

La Procura generale ha avocato il fascicolo sull’imprenditore ma non quello sul dipendente morto in circostanze misteriose

I rilievi nella fonderia di Marcheno

I rilievi nella fonderia di Marcheno

Marcheno, 24 marzo 2018 - «Non è un atto che sconfessa il lavoro fatto dalla Procura in questi lunghi mesi di indagini. Ho preso la decisione di avocare l’inchiesta sulla scomparsa di Mario Bozzoli perché in questo modo le indagini possono proseguire e avrebbero valore processuale gli eventuali nuovi elementi che potrebbero arrivare». Così il procuratore generale Pier Luigi Maria Dell’Osso motiva la decisione di «sfilare» alla Procura il fascicolo sulla scomparsa dell’imprenditore di Marcheno, svanito nel nulla l’8 ottobre di tre anni fa. Per i prossimi 30 giorni, con una possibile proroga di altri sei mesi, sarà direttamente la Procura generale ad avere in mano tutti gli atti su quello che è stato giornalisticamente ribattezzato «il giallo di Marcheno». «A gennaio sono scaduti i termini per le indagini – ricorda il procuratore generale – il pubblico ministero non ha né archiviato né depositato gli atti. Da qui la decisione di farmi carico della partita. Non voglio infatti che questa vicenda venga archiviata». Nessuna polemica sulle modalità con cui sono state condotte le indagini. «Non è nel mio stile – sottolinea Dell’Osso – e poi ripeto: non c’è nulla da censurare in ciò che il procuratore capo e i due sostituti che si sono avvicendati nelle indagini (Alberto Rossi, deceduto improvvisamente all’inizio del 2017, è stato il primo a occuparsi della scomparsa di Bozzoli per poi essere affiancato dal collega Mauro Leo Tenaglia). Il lavoro svolto non ha però portato alla chiusura del cerchio». Per la scomparsa di Mario Bozzoli dalla fonderia di cui era titolare insieme al fratello Adelio sono indagati in quattro.

Omicidio volontario e distruzione di cadavere i reati contestati a Giacomo e Alex Bozzoli, i nipoti di Mario e figli di Adelio, e a due operai dell’azienda, il senegalese Aboagye “Abu” Akwasi e Oscar Maggi. Per gli inquirenti avrebbero ucciso Mario Bozzoli facendo sparire il corpo nel forno della fonderia. I resti dell’imprenditore non sono però mai stati trovati. «Faremo nuovi accertamenti, anche di natura finanziaria e bancaria – anticipa il procuratore generale – Già per questo fine settimana ho convocato due riunioni con i carabinieri che hanno svolto fino ad ora le indagini e con le altre forze dell’ordine che potranno diventare utili in questa fase». Sul tavolo della Procura generale c’è anche il fascicolo relativo alla morte di Giuseppe Ghirardini, uno degli operai presenti in fabbrica la sera della scomparsa di Bozzoli svanito nel nulla una settima dopo e ritrovato senza vita a Case di Viso, in Vallecamonica, dopo avere inghiottito una esca per animali contenente cianuro. «Sto leggendo gli atti – spiega Dell’Osso – Ancora però non ho deciso se avocare anche questa inchiesta. Pure in questo caso, che la Procura ha tenuto sempre svincolato da quello relativo alla scomparsa di Bozzoli, i termini sono scaduti nelle scorse settimane».