Imprenditore scomparso in fonderia, si torna all'antico: Bozzoli gettato nel forno

Marcheno, colpi di scena e botta e risposta tra periti e consulenti. Modificato il capo d’imputazione

Da sinistra Giacomo Bozzoli con i suoi legali dello studio Frattini

Da sinistra Giacomo Bozzoli con i suoi legali dello studio Frattini

Brescia - «Per arrivare alla completa distruzione del cadavere di Mario Bozzoli nel forno, ci sarebbero volute poche ore". Lo dice in aula il medico legale Camilla Tettamenti, il perito nominato dalla Corte d’Assise di Brescia che processa il nipote Giacomo Bozzoli, accusato di omicidio e distruzione di cadavere. Dopo la deposizione del perito con questa affermazione, il pubblico ministero Silvio Bonfigli modifica il capo d’imputazione inserendo un’alternativa accanto all’ipotesi che Mario sia stato ucciso all’interno della sua fonderia di Marcheno, la sera dell’8 ottobre 2015, e poi trasportato fuori dall’azienda dal nipote sulla sua auto e abbandonato per non essere più ritrovato. Viene ora recuperata e abbinata a questa l’ipotesi iniziale che, dopo l’uccisione, il corpo di Mario sia stato arso nel forno. Secondo la nuova formulazione del capo d’imputazione, Giacomo si sarebbe sbarazzato del corpo dello zio "anche avvalendosi di altre persone, adagiando il corpo su un bagno di metallo fuso, fino a ottenerne la carbonizzazione, ovvero trasportandone il corpo fuori dall’azienda e facendone perdere le tracce".

Come un ritorno alle origini. Il forno come un convitato di pietra, che appare, sparisce e riappare nell’enigma della Val Trompia, In aula si discute l’esperimento del 26 aprile quando, a Provaglio d’Iseo, nella fonderia Gonzini. Un maialino del peso di 13,2 chilogrammi, morto da alcuni giorni per cause naturali, avvolto in panni per simulare gli indumenti, era stato in un crogiuolo a 980 gradi. Non c’era stato alcuno scoppio. Solo una fumata bianca che si era diffusa nel capannone e all’esterno per qualche minuto. Il corpo di Mario Bozzoli potrebbe allora essere stato arso nel forno grande della fonderia di famiglia. Ipotesi racchiusa nella conclusioni del medico legale Tettamanti: "Un corpo con le caratteristiche fisiche di Mario Bozzoli poteva essere inserito all’interno del complesso cappa/crogiuolo del forno più grande della fonderia Bozzoli. L’esperimento ha permesso di dimostrare come l’introduzione di un corpo all’interno di un forno fusorio non sia destinata inevitabilmente a provocare un’esplosione".

«C’è stata – aggiunge in aula il perito – la netta percezione di odore quando il calore e il fuoco hanno avvolto i peli della carcassa. È durato per un breve periodo per la presenza della cappa di aspirazione. Non è stato percepito l’odore di carne bruciata. Non si è mai verificato che non si potesse stare nel capannone per l’odore. Un’ora dopo la loro rimozione i resti potevano essere maneggiati tranquillamente. Alcuni resti erano perfettamente riconoscibili e riconducibili a resti ossei, in mezzo a tantissime scorie e resti metallici. Dopo la combustione di un corpo come quello di Mario Bozzoli sarebbe dovuto rimanere circa 30 chili di materiale residuo fra ossa, scorie e resti metallici". Scatta l’obiezione della difesa. "Oggi – dice l’avvocato Luigi Frattini, difensore di Giacomo Bozzoli – una consulente della Corte dice l’esatto opposto rispetto a quanto detto da una consulente dell’accusa, ovvero la dottoressa Cristina Ca ttaneo, che disse che non c’erano resti umani nel forno e che non ne aveva trovati nelle scorie. Chiediamo un confronto tra i due periti".

Incalzano i consulenti della difesa. "Il Dna – dice il genetista forense Marzio Capra – è idrosolubile. Sarebbe rimasto quantomeno nella cappa del forno. L’unica analisi che non è stata approfondita è quella del Dna". "Se per il corpo del maialino – dice il professor Roberto Roberti – che pesava 13,2 chili sono state necessarie due ore e mezza, per la combustione di un corpo di 85 come quello di Mario Bozzoli, ne sarebbero state necessarie almeno sei. E nel frattempo nel forno erano state fatte altre fusioni". I giudici non ammettono il confronto. Il processo riprenderà l’8 settembre. Discussione il 28 settembre e sentenza fra il il 29 e il 30 settembre.