Giallo di Marcheno, un operaio: "Mi promisero soldi per picchiare Mario Bozzoli"

La versione agli inquirenti da un uomo che lavora in fonderia

Mario Bozzoli scomparso, la fonderia al setaccio (Ansa)

Mario Bozzoli scomparso, la fonderia al setaccio (Ansa)

Brescia, 6 maggio 2018 - «Giacomo Bozzoli mi ha promesso dei soldi se io avessi picchiato suo zio Mario». A raccontare agli inquirenti l’episodio all’indomani della scomparsa dell’imprenditore di Marcheno è stato un operaio della fonderia da dove la sera del’8 ottobre 2015 Mario Bozzoli è svanito nel nulla. La testimonianza (ripresa l’altro giorno dalla trasmissione Quarto Grado) è uno degli atti che la Procura generale dopo avere avocato a sé l’inchiesta sulla vicenda (e su quella relativa alla morte di Giuseppe Ghirardini)ha ripreso in mano per cercare conferme ai tanti indizi fino a ora individuarti. La pista seguita con più attenzione resta per il momento quella finanziaria. La lente del procuratore generale Dell’Osso e dei suoi sostituti Bonfigli e Martani è su alcune operazioni economiche sospette. Lì per la Procura generale andrebbe cercato il movente dell’omicidio per cui sono indagati a piede libero due nipoti di Mario, Alex e Giacomo Bozzoli i figli di Adelio l’altro proprietario, e due operai l’italiano Oscar Maggi e il senegalese Aboagye “Abu” Akwasi.