Valtrompia, giallo di Manuela Bailo: quattro giorni per farla sparire

Il mistero dell’impiegata: ultima traccia il 28 luglio, ma ricerche iniziate il 1° agosto. Chi ha agito ha avuto tempo

Manuela Bailo

Manuela Bailo

Nave (Brescia), 20 agosto 2018 - Quattro giorni e mezzo. Il tempo tra l’ultima immagine di Manuela ripresa dalle telecamere in casa sabato 28 luglio alle 17,30, poco prima di uscire e scomparire, e le 23 del primo agosto, quando la famiglia Bailo bussa ai carabinieri di Nave per denunciarne la scomparsa. Una donna di 35 anni che mai ha manifestato l’intenzione di fare colpi di testa e che un pomeriggio d’estate esce, sale in auto portando con sé una borsa con qualche cambio per trascorrere un weekend al lago e diventa irrintracciabile. Lei, la sua Opel Corsa grigia, i suoi due telefonini, privato e aziendale.

È racchiuso qui il giallo dell’impiegata del Caf Uil di Brescia di cui non si hanno notizie da tre settimane. Dalla sera del 30 luglio i telefoni di Manuela risultano muti. Spenti dopo avere inviato una sequenza di messaggi Whatsapp a persone a lei vicine - l’ex fidanzato tuttora convivente, la madre, il datore di lavoro, la collega - che famigliari e amici ritengono però digitati con uno stile non suo. «Troppo generico, troppo laconico», concordano. Cambi di programma senza preavviso, assenza di risposte alla collega d’ufficio che chiede delucidazioni su una pratica fiscale da lei seguita perché si è data malata («Sono stata dal medico, ho la bronchite, torno venerdì» avverte lunedì mattina 30 luglio, ma il medi dopo co sostiene di non averla mai vista). Comportamenti incompatibili con le sue abitudini di precisione e gentilezza. «Non so cosa pensare, ma una cosa la so: non si sarebbe mai allontanata senza dire nulla» confida l’amica del cuore Francesca, con cui era in programma una vacanza in Grecia già prenotata per Ferragosto. 

La sera della scomparsa all’ex compagno Matteo Sandri arriva un messaggio. Sono le 21,12: «Ciao, guarda che non torno a dormire, sono andata al lago». Poi un altro, domenica 29, alle 19.04 «Mi fermo anche stasera e vado al lavoro diretta». A Rivoltella, dove i Bailo hanno una casa, Manuela non va. Gli impianti di videosorveglianza in strada inquadrano la Opel Corsa mentre nel tardo pomeriggio di quel sabato si sposta da Nave a Brescia. L’auto gira un paio d’ore in città, poi i monitor l’avvistano per l’ultima volta nella zona nord del capoluogo, dalle parti di via Triumplina. Poi, nulla. Stesso percorso seguono i telefoni, che agganciano le celle di Brescia ma dalla città non escono più.

Dove è Manuela? Carabinieri e procura non hanno ancora le prove per dirlo, ma sospettano che sia stata fatta sparire da chi avrebbe inscenato l’allontanamento volontario per prendere tempo. «Chi sa qualcosa parli, per favore» è il disperato appello diramato nelle scorse ore da Arianna Bailo, la sorella minore. Chiusi in totale riserbo, gli investigatori scandagliano celle e tabulati telefonici, posta, immagini delle telecamere che Sandri aveva installato nell’abitazione dei due, ancora sotto lo stesso tetto sebbene la relazione fosse conclusa un paio d’anni fa. Nella vita sentimentale della trentacinquenne c’era un collega sposato. «E’ finita da tempo», ha dichiarato l’uomo, assicurando che quel weekend era rimasto a casa con moglie e figli. Ma i due erano ancora in contatto. Anche tra il 28 e il 30 luglio.