Brescia, Manuela Bailo uccisa dall'amante. Lui, il sindacalista con la tuta mimetica

Fabrizio Pasini, 48 anni e l’hobby del softair. Dalle ferie postava foto

Fabrizio Pasini, l'ex amante di Manuela Bailo

Fabrizio Pasini, l'ex amante di Manuela Bailo

Brescia, 21 agosto 2018 - Mentre raccontava l’ultima sera di Manuela in vita, sabato 28 luglio, il collega e amante – ex amante, la relazione era conclusa da un anno, aveva dichiarato lui giorni fa – appariva lucido e poco scosso. Davanti al pm Francesco Milanesi e ai carabinieri, Fabrizio Pasini, muscoli abbronzati da giocatore di rugby, ha parlato tre ore. Poi, quando ormai albeggiava, è salito in auto con loro e li ha condotti dove aveva seppellito il corpo. In un fondo agricolo di una cascina nel Cremonese, ad Azzanello. Dal cancello, spesso lasciato aperto, bisogna camminare almeno un chilometro tra sentieri sterrati e campi di mais. Poi si arriva a uno stabile diroccato, una vecchia rimessa per attrezzi. È qui che Pasini ha seppellito Manuela, un fuscello di nemmeno un metro e sessanta per 50 chili scarsi. Le ha scavato una tomba al riparo da occhi indiscreti in un posto a lui caro, dal momento che spesso vi si recava con gli amici per dedicarsi al softair e alle simulazioni di guerra, con mimetica e armi giocattolo. Un suo hobby.

Quarantotto anni, sposato da tempo e con due figli, di 12 e 17 anni, il sindacalista l’aveva conosciuta al Caf Uil di Brescia, dove entrambi lavoravano. «È un assassino, dovrà pagare, sarà espulso dal sindacato», è la reazione sconvolta del segretario bresciano della Uil, Mario Bailo, nei confronti del dipendente. La relazione tra i due, mai ammessa apertamente, era durata a lungo ed era diventata il gossip dell’ufficio di via Vantini. Pasini conosceva bene Manuela e le sue abitudini. Sapeva per esempio che era abituata a lasciare il telefono aziendale nel cassetto della scrivania, e quel telefono per la prima volta era stranamente sparito con lei. Un dettaglio che da subito aveva insospettito i colleghi. Sapeva che a pranzo la trentacinquenne vedeva spesso la madre Patrizia, con la quale fingendosi la figlia aveva disdetto due appuntamenti via sms. Sapeva di poter prendere tempo comunicando all’ex, Matteo Sandri, di trovarsi con l’amica del cuore, «La Francy, l’unica che mi capisce», lasciando così intuire tormenti che avrebbero potuto motivare una sparizione volontaria.

Dopo essersi sbarazzato del cadavere, il 2 agosto Pasini ha fatto un salto in ufficio, ha salutato i colleghi prima delle ferie e poi è partito con moglie e figli per due settimane in Sardegna. Ai carabinieri, chel’avevano ascoltato nell’immediatezza della denuncia di scomparsa di Manuela, aveva giurato di non sapere nulla. Dal mare interagiva senza problemi su Facebook, postando foto. Le ultime, la sera del 17 agosto: l’immagine ironica di un angelo custode avvinazzato e poco attendibile («E poi c’è lui, che non era proprio come te l’eri immaginato»). E, a ruota, il padre morto di recente. A cui, forse, chiedeva sostegno.