Brescia, bimbo investito dalla mamma: muore a 4 anni

L’incidente in cortile durante una retromarcia. Vani i soccorsi

Mamma investe il figlio in via dei Ronchi

Mamma investe il figlio in via dei Ronchi

Brescia, 20 aprile 2018 - Giorgio, 4 anni, doveva essere dall’altra parte del cortile, lontano. Giocava con la biciclettina, a debita distanza. Questo almeno credeva la madre. Invece all’improvviso qualcosa non va come ci si aspetta. Lui si sposta, trotterella, entra nel raggio d’azione del Suv che la mamma sta manovrando in retromarcia e finisce schiacciato. Muore poco dopo in ospedale. È bastato un attimo, e un gesto ordinario come quello di uscire con l’auto dal posteggio del cortile di casa ieri sera ha fatto piombare nel dramma più nero una famiglia di Brescia, che vive ai piedi del monte Maddalena. Quella di Maria Luisa Cibelli, 42 anni, farmacista, e del marito Gianluca Trombadore, 46, avvocato, genitori di un secondo bimbo, Giacomo, 10 anni.

Erano quasi le 18 quando è successo l’incidente, in via Ronchi San Francesco di Paola, davanti alla palazzina rosa a tre piani dove abitano i Trombadore. Stando alla polizia locale, che si è occupata della ricostruzione del fatto, Maria Luisa si era messa al volante del suo Suv grigio credendo che il piccolo di casa fosse impegnato a sistemare la bici da tutt’altra parte. La donna, senza pensarci, ha innestato la retro, ha messo in moto, è partita e di colpo ha sentito un tonfo sordo. L’urto di qualcosa di pesante che poi è caduto. Un ostacolo? Quale? Forse qualche giocattolo di Giorgio rimasto fuori posto? Che cos’era quel rumore?

Un presentimento terribile ha spinto Maria Luisa a spalancare la portiera, buttarsi fuori dall’auto, voltarsi. E lo sgomento l’ha travolta: a terra, sotto le ruote posteriori dell’auto, giaceva la testa del figlioletto esanime. In cortile non c’era nessuno. Solo lei, unica testimone della banalità diventata improvvisamente orrore, costretta a chiamare il 112 perché Giorgio non dava segni di vita.

Sui Ronchi sono arrivate un’ambulanza e un’automedica. Sono scattate le concitate manovre di rianimazione. I soccorritori hanno provato ripetutamente a riprendere il battito del cuore del bambino, credevano e speravano di esserci riusciti. Lo hanno accompagnato di corsa al Civile, all’ospedale pediatrico. Ma la speranza si è spenta subito. Poco dopo il bimbo è morto. Mentre lei, la madre, è stata imbottita di sedativi e ricoverata per lo choc.Il dramma ripercorre una tragedia dalla dinamica molto simile capitata tre anni fa a Desenzano del Garda. Era il primo aprile del 2015. La scena si sposta questa volta nel cortile della casa dei nonni, in via Marzabotto. Il Bmw X5 guidato da Gianluigi Loda che sta facendo manovra investe inavvertitamente il nipotino che si aggira davanti al paraurti del Suv. Lui non lo sa, non si accorge. Federico Laudini, appena due anni, finisce di vivere nel giro di poche ore in ospedale.