Maltrattamenti: c’è la condanna per tre maestre

I fatti avvenuti nel 2019 in un “nido“ di Rodengo Saiano

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di Beatrice Raspa

Si è concluso con tre condanne il processo in abbreviato a tre maestre del nido La Spiaggia delle tartarughe di Rodengo Saiano, finito sotto la lente della Procura per maltrattamenti nei confronti dei bimbi. Il gup, Angela Corvi, ha inflitto due anni a Elisa Maffessoli e Francesca Lini, un anno e dieci mesi a Lina Lorusso – pena sospesa – con il riconoscimento delle attenuanti generiche in equivalenza alle aggravanti. Le imputate sono inoltre state condannate a pagare diecimila euro di provvisionale a testa per dieci piccoli, parti civili, mentre per altri tre (che sarebbero venuti meno in contatto con le imputate) è stato disposto il risarcimento del danno esclusivamente in sede civile.

Le giovani, tra i 27 e i 30 anni, nel giugno 2019 si erano viste notificare la misura cautelare dell’obbligo di firma (poi revocata) al culmine di un’indagine per presunti atteggiamenti aggressivi - spintoni, trascinamenti, urla, parolacce, insulti - ai danni di una trentina di bambini dai tre mesi ai tre anni che frequentavano l’asilo privato convenzionato (poi chiuso e riaperto con un altro nome). Stando alla Mobile e alla Procura le ex dipendenti dal settembre 2017 in poi avevano posto in essere uno stillicidio di azioni sopra la righe con chi faceva loro perdere la pazienza, elargendo pure punizioni. Dal mancato cambio dei pannolini sporchi al rifiuto del cibo.

"Condotte che in nessun caso possono far parte di un piano educativo, né essere ritenute metodi correttivi" ha detto il pm Marzia Aliatis, che voleva due anni e mezzo di carcere. Tre mesi di riprese con microcamere nascoste, installate dopo la denuncia di una mamma e di due colleghi (che poi avevano lasciato la scuola), hanno fornito materiale probatorio sufficiente a sostenere l’accusa. La difesa, rappresentata dall’avvocato Francesca Marrelli, aveva invece spinto per l’assoluzione o la derubricazione in abuso di metodi di correzione. "Eravamo sotto tensione per i troppi bimbi da gestire, ma non li abbiamo maltrattati" si erano giustificate le maestre con il gip, in fase di indagine. Il giudice, però, ha creduto alla Procura e alle famiglie.