Brescia, maltrattamenti contro gli animali: i numeri di un triste primato

Sul territorio il maggior numero di reati a livello nazionale

Un triste primato per il territorio

Un triste primato per il territorio

Brescia, 12 luglio 2018 - Un primato davvero poco invidiabile. La provincia di Brescia è al vertice della classifica italiana per numero di procedimenti penali aperti per maltrattamenti contro gli animali. A certificare il pessimo risultato è il rapporto Zoomafie 2018 “Crimini e animali”, redatto da Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della Lav (Lega Antivivisezione), che per la 19esima edizione – presentata oggi a Roma – ha avuto il patrocinio del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri e della Fondazione Antonino Caponnetto. Secondo i dati raccolti la Procura di Brescia si conferma quella con più procedimenti per reati contro gli animali nel 2017. Lo scorso anno sono infatti stati aperti 527 fascicoli con 387 indagati.

Più della metà delle inchieste ha riguardato vicende legate alla caccia. L’opinione pubblica è più colpita dai grandi casi che hanno interessato il Bresciano negli ultimi tempi (dalla chiusura dell’allevamento di Green Hill a Montichiari alla vicenda del macello di Ghedi), ma sono le piccole vicende a fare lievitare i numeri. Basti pensare che solo nel mese di ottobre, nel pieno della stagione della caccia, i carabinieri della Forestale del Soarda (Servizio operativo antibracconaggio e reati a danno degli animali) con l’Operazione pettirosso sono arrivati a denunciare 68 persone in soli dieci giorni sequestrando 800 trappole per uccelli, 25 fucili, 137 reti illegali, 44 lacci, anellini di identificazione falsi e 15 richiami acustici. Coinvolto tutto il territorio della provincia. In Valsabbia, ad esempio, un bracconiere aveva posizionato tre reti nei proprio giardino, catturando uccelli protetti; in Franciacorta un altro era stato sorpreso mentre cacciava pettirossi con due fucili da lui costruiti, uno dei quali era stato trasformato in un bastone.

Per chi ha redatto il report non è una sorpresa. "È noto – sottolinea Troiano – che la provincia di Brescia rappresenta l’hotspot del bracconaggio più importante d’Italia, quindi il numero dei procedimenti per tali reati influisce notevolmente sulla media totale dei reati contro gli animali registrati". Seguono Vicenza, con 256 procedimenti e 102 indagati, Udine, con 213 procedimenti e 112 indagati, Verona, con 212 procedimenti e 101 indagati, Napoli, con 194 procedimenti e 158 indagati, Roma, con 180 procedimenti e 77 indagati, Milano, con 152 procedimenti e 76 indagati, Bergamo, 142 procedimenti e 90 indagati.