2010-04-06
— BRESCIA —
LAVORAVA in uno studio dentistico, poi volontariato, montagna. E lui. Moira Squaratti, e non è la pietas che mediamente segna i giudizi nelle parole pronunciate nei confronti delle vittime di omicidi, «non aveva difetti». È un giudizio che non fa una crepa a otto anni di distanza. Il Procuratore capo di Brescia Giancarlo Tarquini, nelle ore successive all’arresto dell’omicida, disse: «La persona al centro della vicenda è Moira Squaratti che, anche attraverso quanto si apprende dal suo diario, si presenta come una persona straordinaria, che ha commesso un solo errore: affezionarsi a Luigi Marchetti». Lui.
I funerali della ragazza, uccisa a 26 anni, vennero celebrati il sabato successivo al delitto. Era una giornata fredda, ventosa, ma a Paspardo arrivarono in duemila. Nella chiesa, quel carattere solare e sempre disponibile venne ricordato più volte. «Eri quella che ci teneva tutti uniti, che organizzava le feste» lesse commossa una ragazza che era stata a scuola con Moira. Era un carattere forte e non poteva essere altrimenti. In caso contrario non avrebbe cercato di cambiare il «suo Luigi», di strapparlo a quei vizi che lo stavano allontanando sempre più di lei. E la forza di Moira, pagata a un prezzo altissimo, era anche quella di tenere tutto nascosto a chi conosceva la coppia, in primis ai familiari. Li vedevano a messa insieme, a cena, con lui che scherzava. Le paure, le ansie di una giovane che sentiva sgretolarsi convinzioni, finivano tutte su quel diario che per gli inquirenti ha rappresentato un elemento decisivo nella ricostruzione del rapporto di coppia, di ciò che ne era rimasto.

NELLE ORE SUCCESSIVE al delitto, come sempre accade in questi casi, i cronisti tra la gente di Paspardo, cercavano di capire chi fosse la vittima. «La vedevamo — spiegavano sconvolti gli abitanti — correre nei boschi per tenersi in forma. la montagna era una sua grande passione, partecipava alle escursioni». Ma è soprattutto il diario di Moira che dice molto, quando si vuole entrare nel carattere della ragazza. Moira che pensa al matrimonio, alle spese e annota «devo smettere d’andare in palestra, servono i soldi», ma allo stesso tempo non riesce a non pensare che «lui torna a casa ubriaco e continua a giocare ai dadi».
E nonostante questo scrive: «Vorrei avere con lui una vita normale, ma è molto difficile». Moira, nel proprio calvario sentimentale non dimentica il volontariato all’Avis, gli amici, la famiglia. Le ultime frasi sul diario, sembrano però quasi lasciar presagire la tragedia: «Ho pregato per lui. Dio, solo in te confido, in te mi abbandono. Solo tu mi puoi aiutare».
M.P.