Lo sciopero Troppi costi, pochi aiuti: vasche vuote per protesta Le piscine restano chiuse I gestori degli impianti chiedono interventi urgenti e contributi

di Federica Pacella

Vasche vuote per protesta: molti impianti natatori bresciani resteranno chiusi, oggi, per lo sciopero indetto dal Coordinamento associazioni gestori impianti natatori. Bollette troppo care, ingressi dimezzati, aiuti pochi o nulli da parte dello Stato sono le ragioni alla base della singolare protesta, dopo che, nei giorni scorsi, molti impianti hanno dovuto chiudere a causa dei costi divenuti insostenibili (a Brescia, ad esempio, da lunedì non si nuota più in viale Piave).

Alla protesta di oggi ha già aderito la Gam Team srl, società guidata dall’ex campione olimpionico Giorgio Lamberti (nella foto), che non aprirà i due impianti in gestione, la piscina comunale PalaBlu di Travagliato e la Atleti Azzurri d’Italia di Gardone Val Trompia. Resterà chiusa pure la piscina Aqvasport di Flero, che ha aderito allo sciopero.

"Su 23 mesi di pandemia, 10 li abbiamo passati chiusi mantenendo tuttavia costi enormi che ci hanno generato perdite molto significative – ricordano i gestori raccolti nel Coordinamento – le piscine sono state le prime a chiudere e le ultime ad aprire. Sono state le prime, il 6 agosto 2021, ad aver imposto l’obbligo di ingresso con green pass e, nonostante ciò, lavoriamo ancora al 40% della capienza in ragione dei limiti Covid, di fatto mai allentati". I vari decreti ristori hanno garantito somme che arrivano nemmeno al 5% dei ricavi annuali, quando mediamente si sono registrate riduzioni di fatturato di oltre il 50-60%, a cui ora si somma il caro bollette, con aumento superiori al 50%.

"Ad esempio – spiega Lamberti – un impianto di media dimensione da 25 metri normalmente può pagare 10-15 mila euro di gas al mese, mentre oggi siamo più del doppio; se prima si pagavano 7-8 mila euro di energia elettrica, oggi si è a 13. Il problema è che le bollette arrivano ogni mese, i ristori hanno ben altri tempi".

L’auspicio è che la giornata di chiusura degli impianti natatori possa portare a una manovra urgente e strutturale, con l’erogazione di contributi opportuni, l’estensione dell’ecobonus 110% all’impiantistica sportiva e l’inclusione delle piscine tra gli impianti energivori.

Federica Pacella