Brescia, blitz della Finanza: scoperti 250 lavoratori in nero nella ristorazione/ VIDEO

Alcuni di loro percepivano l'indennità di disoccupazione

Guardia di Finanza in azione

Guardia di Finanza in azione

Brescia, 20 gennaio 2020 - La Guardia di Finanza di Brescia ha smantellato una rete di 250 lavoratori in nero circa, tutti impiegati nel settore della ristorazione e organizzazione eventi. L’attività ha coinvolto non solo le Fiamme Gialle Bresciane, ma anche l’Ispettorato Territoriale del Lavoro, l’I.N.P.S. e l’I.N.A.I.L. di Brescia, che hanno colto sul fatto un'associazione di promozione sociale dedita all’impiego di lavoratori non regolarmente assunti dalla stessa associazione.

L’operazione, denominata Master Black, è stata condotta dai militari della Tenenza di Salò e ha consentito di smantellare una fitta rete, tessuta abilmente dai referenti dell’associazione, in grado di mobilitare e fare lavorare, in tempi strettissimi, all’incirca 250 lavoratori completamente in nero in favore delle imprese utilizzatrici operanti nel settore della ristorazione e dei servizi per l’organizzazione di eventi/catering nelle provincie di Brescia, Bergamo, Milano, Cremona, Pavia, Verona, Vicenza e Bolzano.

“La pubblicizzazione e la diffusione di un servizio di somministrazione all’apparenza lecito edeconomicamente vantaggioso per le imprese utilizzatrici si è, in realtà, rivelato ingannevole - hanno spiegato dal Comando della Guardia di Finanza di Brescia -spregiudicato e idoneo ad alterare la leale concorrenza nel settore della ristorazione”.

Talvolta, erano le stesse imprese utilizzatrici a segnalare propri collaboratori o ex collaboratori ai referenti dell’associazione allo scopo di beneficiare delle loro prestazioni lavorative senza farsi carico degli oneri previsti dalle norme a tutela dei lavoratori, quali la regolare assunzione e il versamento dei contributi previdenziali e dei premi assicurativi. Tra i lavoratori in nero scoperti sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria ben 13 percettori dell’indennità di disoccupazione che, essendo stati assunti in nero e senza aver preventivamente comunicato le prestazioni di attività lavorativa all’I.N.P.S., hanno continuato a percepire indebitamente l’assegno con conseguente danno al bilancio degli Enti previdenziali ed assistenziali. Sotto il profilo tributario, è stata ricostruita un’evasione fiscale sui profitti conseguiti per circa 300mila Euro.