Lavoratori del settore pulizie sul piede di guerra

Sono 350mila in Lombardia quelli coinvolti dalla cancellazione della clausola sociale

Migration

Circa 350mila lavoratori a rischio in Lombardia, di cui migliaia nel Bresciano, per effetto della cancellazione della clausola sociale nei bandi di gara degli appalti ad alta intensità. "Sono soprattutto lavoratori e lavoratrici degli appalti di pulizia, della ristorazione collettiva e della vigilanza che rischiano di perdere il posto di lavoro se il Disegno di legge Appalti, approvato in Senato", spiega Paolo Tempini, segretario provinciale della Fisascat Cisl, che con i colleghi di Filcams Cgile e Uiltucs ieri mattina ha dato vita ad un presidio davanti alla Prefettura di Brescia. Analoga protesta è stata organizzata in tutti i capoluoghi lombardi, per chiedere ai Prefetti di farsi portavoce dell’istanza presso il Governo. Il disegno di legge, pur contenendo anche norme positive richieste dai sindacati, di fatto elimina l’obbligo di inserire nei bandi di gara degli appalti ad alta intensità di manodopera (quelli in cui almeno il 50% del costo è legato alla manodopera) la clausola sociale che promuova la stabilità e continuità occupazionale del personale impiegato, prevista dall’attuale articolo 50 del Codice dei Contratti Pubblici, prevedendone la sola facoltà. "Se venisse meno l’obbligo della clausola sociale – chiariscono i sindacati – ad ogni cambio appalto questi lavoratori, per la maggioranza donne con contratti part time involontari e di poche ore settimanali, non avranno più la garanzia di mantenere il loro posto di lavoro e il loro reddito, ma rischiano concretamente di essere lasciate a casa". F.P.