Temù, ex vigilessa uccisa: si indaga ancora

L’attenzione ora è puntata sul luogo della sepoltura e le tracce di Dna su scarpe e vestiti ritrovati

Per il medico legale Laura Ziliani è stata stordita con benzodiazepine e soffocata

Per il medico legale Laura Ziliani è stata stordita con benzodiazepine e soffocata

Temù (Brescia) - Ancora qualche tempo , si ipotizza un paio di mesi, prima di mettere la parola fine alle indagini sul giallo di Temù, legato alla morte di Laura Ziliani. La consulenza medico legale, firmata da Andrea Verzeletti e consegnata alla procura di Brescia, ha messo un importante punto fermo: l’ex vigilessa di Temù è stata stordita con farmaci a base di benzodiazepine (tra polmoni, fegato, milza, reni e muscoli sono state trovate tracce di Bromazepam e Delorazepam) e poi soffocata con qualcosa di soffice, forse un cuscino. È stata poi sepolta sulla sponda dell’Oglio. Prima di restituire la salma alla famiglia la procura intende completare una serie di accertamenti. Alcuni sono sul fronte idrogeologico. Si studia la zona che è stato teatro della prima fase delle ricerche della donna, sparita dalla sua abitazione di Temù la mattina dell’8 maggio dello scorso anno. L’attenzione è puntata sul tratto del fiume Oglio e della riva dove il corpo avrebbe trovato la sua unica sepoltura, prima di essere riportato alla luce dalla piena del fiume. Ha percorso una breve distanza ed è rimasto, coperto soltanto da un leggero strato di terriccio, nel punto in cui è stato casualmente ritrovato, l’8 agosto, a tre mesi esatti dalla sparizione della Ziliani. Carabinieri ed esperti cercano riscontri a questa dinamica.

È attesa anche la risposta del Ris. I carabinieri di Parma sono stati chiamati dalla procura di Brescia a verificare, in base al Dna, se appartenessero a Laura Ziliani le due scarpe e i jeans rinvenuti in tempi diversi, prima della scoperta del cadavere. Oltre a questo, la ricerca di eventuali tracce. Una scarpa destra marca Salomon, strisce arancione sul fianco, suola rossa, viene ritrovata il 23 maggio in riva al torrente Fiumeclo. La figlia Silvia la riconosce come una delle calzature della madre dal numero e dall’usura provocata da una errata postura del piede. Il ritrovamento appare subito anomalo agli occhi degli inquirenti. Due giorni dopo un cittadino di Temù, Claudio Marchioni, affacciato sulla finestra del soggiorno, che dà sul fiume Oglio, nota un ragazzo e una ragazza nelle vicinanze di una macchia boschiva. Incuriosito e poi anche insospettito, inizia a seguire i loro movimenti con un binocolo.

Dopo che i due si sono allontanati in auto in direzione di Temù, raggiunge il boschetto e nota a terra, fra sterpaglie e ortiche, una scarpa Salomon sinistra, gemella della prima, di colore violetto, con delle strisce di colore arancio. Non ha dubbi nell’indicare la marca e il fatto che si tratti di una scarpa sinistra. A questo punto avverte i carabinieri, che sequestrano la calzatura. Il 10 giugno una ragazza scorge e fotografa un paio di jeans nel letto del Fiumeclo. Lo segnala allo zio che lo recupera. I calzoni sono rivoltati e strappati alle ginocchia. In concomitanza con la scoperta, una intercettazione ambientale capta un colloquio fra due delle figlie di Lara Ziliani, Silvia Zani e la sorella minore Paola, e Mirto Milani, fidanzato di Silvia. I jeans devono ancora essere ritrovati, ma già Paola parla del Fiumeclo. Milani e le due sorelle stanno salendo in auto e il giovane zittisce le due compagne e inizia a rivolgere parole di elogio nei confronti degli investigasori che si stanno occupando delle indagini. I tre sono in carcere dal 24 settembre, accusati dell’omicidio di Laura Ziliani e occultamento di cadavere.