Brescia, ladri di identità digitali: oltre 640mila euro scomparsi

Il gruppo criminale, ora alla sbarra, era riuscito a spillare tutti quei soldi da vari conti correnti

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Brescia, 18 luglio 2018 - Secondo quanto ricostruito dalla Procura di Brescia e dalla Finanza la banda era riuscita a fare sparire, tra i primi mesi del 2014 e il giugno del 2015, ben 641.509,99 euro dai conti correnti di ignare vittime a cui avevano sottratto l’identità digitale. Per buona parte del gruppo criminale formato da romeni, italiani (cinque i bresciani) a cui si sono aggiunti anche un pachistano e un albanese è alle battute finali l’udienza preliminare.

Dei quindici alla sbarra (quattro sono irreperibili e la loro posizione è stata stralciata), in quattro hanno scelto il rito abbreviato e per loro la pubblica accusa ha chiesto condanne dai tre anni e 1 mese ai tre anni e 4 mesi. Altri tre imputati hanno chiesto di patteggiare pene intorno ai tre anni mentre tutti gli altri hanno scelto la strada del dibattimento. Associazione a delinquere di carattere transnazionale dedita alla frode informatica, accesso abusivo a un sistema informatico, detenzione e diffusione di codici di accesso a sistemi informatici, intercettazione e interruzione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche e sostituzione di persona sono i reati contestati alla banca che avrebbe violato più di cento conti correnti girando il denaro sottratto su carte prepagate aperte in diversi istituti di credito, le Poste Italiane e su schede telefoniche ricaricabili. Il gruppo criminale, che operava tra la Romania e Brescia, era stato disarticolato nella primavera di due anni con l’arresto di 6 componenti.

Il sistema utilizzato dalla banda era quello del phishing. Ai titolari dei conti violati arrivava un mail che sembrava spedita dalla propria banca. A loro veniva chiesto di fornire le credenziali per entrare nel proprio conto online. Una volta ottenuti i codici il gruppo da un lato metteva mano al denaro presente sui conti, dall’alto clonava il numero del telefono cellulare del truffato così da poter dare alla banca il consenso al bonifico attraverso un sms. Sentenza la prossima settimana.