L’agguato in azienda pianificato da giorni

I carabinieri sono arrivati a chi ha sparato grazie alle targhe contraffatte e all’analisi dei filmati della videosorveglianza precedenti il blitz

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di Federica Pacella

Aveva realizzato con pennarelli e cartone due targhe fasulle per cercare di ingannare i carabinieri. Ma l’incrocio delle immagini delle telecamere della zona catturate nei giorni precedenti all’agguato hanno invece permesso ai militari di smascherarlo in poche ore. È accusato di tentato omicidio pluriaggravato Michele Rinaldi, il 22enne di Villongo, nella Bergamasca, che nella mattinata di venerdì ha sparato sette colpi di pistola contro Simone Martinelli, 38enne di Ranzanico (Bergamo), incensurato, dipendente alla Colombo & C di Paratico, ditta specializzata in guarnizioni nautiche.

Venerdì mattina, attorno alle 8, il 22enne aveva raggiunto la vittima attorno alle 8, mentre stava per iniziare il turno in azienda. Nascosto da un passamontagna nero e dagli occhiali da sole, il giovane ha seguito la vittima fino a un magazzino dello stabilimento, quindi ha sparato sette colpi, di cui due andati a segno ferendo il 38enne alle mani. Dopo lo ha raggiunto e colpito con violenza con il calcio dell’arma alla testa, per poi fuggire a bordo di una Lancia Y di colore scuro, con le targhe visibilmente contraffatte. Proprio questo particolare ha fatto supporre ai carabinieri che Rinaldi avesse pianificato e preparato l’agguato da tempo, magari perlustrando le strade della zona nei giorni precedenti. Intuizione esatta: comparando le immagini registrate subito dopo il blitz criminale dalle varie telecamere della zona con quelle risalenti ai giorni precedenti, hanno trovato elementi utili a identificare proprio la Y usata per la fuga.

A quel punto hanno rintracciato Rinaldi nell’azienda in cui prestava al momento lavoro con contratto interinale e lo hanno portato in caserma a Chiari. Nella perquisizione della casa sua i carabinieri hanno trovato un passamontagna e l’arma utilizzata per l’aggressione. Nell’interrogatorio si è dimostrato subito collaborativo, tanto che davanti alla polizia giudiziaria ha confessato di aver commesso il tentato omicidio a causa di "forti dissapori avuti con la vittima" all’incirca un anno prima, quando entrambi lavoravano all’interno della Colombo & C. Dopo il primo interrogatorio l’autorità giudiziaria ha disposto immediatamente il fermo di indiziato di delitto e l’accompagnamento nel carcere di Brescia. Sentito dal pm di Brescia Donato Greco si è avvalso, però, della facoltà di non rispondere. Proprio Martinelli, soccorso dai colleghi, è stato portato in codice rosso all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, ferito alle braccia e alle mani utilizzate per proteggersi dal fuoco. È sempre rimasto cosciente e non è gravi condizioni.