Iushra, il finale dopo sette mesi: "È morta"

I pm di Brescia chiudono l'indagine. Unica accusata, l'educatrice

Le ricerche di Iushra (Fotolive)

Le ricerche di Iushra (Fotolive)

Serle (Brescia), 27 febbraio 2019 - Le indagini per la scomparsa di Iushra, la dodicenne autistica di origine bengalese scomparsa nel nulla lo scorso 19 luglio mentre era in gita a Serle sull’altipiano di Cariadeghe con il grest della Fobap (Fondazione bresciana assistenza psicodisabili) sono chiuse. I

pm Antonio Bassolino e Donato Greco credono che a distanza di sette mesi la bambina non possa che essere morta e con l’accusa di omicidio colposo hanno iscritto nel registro degli indagati Roberta Ratti, l’educatrice della fondazione che si occupa di disabili a capo del progetto estivo della Fobap. Secondo gli inquirenti sarebbe stata proprio la donna a doversi occupare di Iushra. La bambina già in altre occasioni avrebbe cercato di allontanarsi, lo aveva fatto anche quella mattina qualche istante prima di mettersi a correre e finire inghiottita dalla vegetazione dell’altipiano, motivo questo che avrebbe dovuto portare la responsabile a disporre una maggiore sorveglianza. La bambina intorno all’ora di pranzo era nuovamente fuggita, l’educatrice l’aveva inseguita per un tratto poi si sarebbe fermata per chiedere aiuto e a quel punto la dodicenne avrebbe guadagnato quei metri che hanno reso inutile il successivo inseguimento.

Le ricerche erano partite immediatamente. Per intere giornate l’area era stata battuta palmo a palmo con migliaia di volontari e cani molecolari, mentre dall’alto si erano cercate tracce utilizzando particolari droni. Tutto è però risultato inutile: Iushra sembra essere sparita nel nulla. La procura aveva inizialmente aperto un fascicolo per lesioni colpose, l’ipotesi di reato era poi stata «trasformata» in omicidio colposo quando le speranze di ritrovare viva la dodicenne si sono spente. Il papà della bimba nelle scorse settimane aveva sporto denuncia contro l’associazione che da anni si occupa di disabili e che quel giorno doveva prendersi cura di sua figlia. «L’avevo affidata a loro – aveva sottolineato – Loro l’hanno lasciata scappare». Roberta Ratti ha ora 20 giorni di tempo per chiedere di essere interrogata o depositare una memoria scritta. Già nei prossimi giorni l’educatrice dovrebbe comparire davanti ai pm Bassolino e Greco per farsi sentire.