Insulti allo Stato dopo il corteo, bufera sul sindaco di Trenzano

Andrea Bianchi, primo cittadino di Trenzano, ha partecipato a una manifestazione con Forza Nuova. Poi con un post su Facebook ha insultato lo Stato, parole che non sono passate inosservate alla Questura

Il sindaco di Trenzano, Andrea Bianchi

Il sindaco di Trenzano, Andrea Bianchi

Trenzano, 8 agosto 2015 - Manifestazione contro i profughi con coda al veleno per Andrea Bianchi, sindaco di Trenzano, piccolo paese in provincia di Brescia. Alcune sue frasi "sono oggetto di notizia all'autorità giudiziaria" per aver insultato lo Stato. Lo ha riferito il vice questore di Brescia, Emanuele Ricifari, secondo quanto riporta l'agenzia Ansa. 

Bianchi, primo cittadino di centro-destra, ha utilizzato Facebook per esprimere il proprio pensiero dopo aver partecipato a una manifestazione contro i profughi organizzata in paese da Forza Nuova, durante la quale lo stesso sindaco non avrebbe rispettato le prescrizioni fissate dalla Questura. «Sconcertato per intimidazioni ricevute da un paio di funzionari dello Stato - ha scritto Bianchi su Facebook - intimidazioni e minacce cui il sottoscritto non ha ovviamente ceduto. Stato di merda, antifascisti».

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Posted by Andrea Bianchi on Giovedì 6 agosto 2015

 

Parole che non sono passate inosservate, dalle parti della Questura: "Tutti i comportamenti che costituiscono violazione delle legge - ha detto il vice questore vicario di Brescia Emanuele Ricifari - compiuti da chicchessia, sindaci compresi che talvolta ignorano il loro ruolo di pubblici ufficiali, è oggetto di notizia all'autorità giudiziaria". Replica lo stesso sindaco sempre usando Facebook, affermando di aver saputo da organi di stampa "della denuncia della Questura nei miei confronti. Non avendo ancora ricevuto nulla di ufficiale, attendo di comprendere quale sarebbe il reato contestatomi". E ribadisce con tanto di hashtag: "#‎Statodimerda‬ ‪#‎eparadossale‬ ‪#‎antifascisti‬".

"Confermo di aver subito minacce da un funzionario di polizia ed ho espresso il mio disappunto su Facebook", aggiunge Bianchi. "Mi piacerebbe sapere quanti sono gli italiani che oggi non si riconoscono nella frase 'Stato di merda'", spiega Bianchi che poi aggiunge: "Io diventando sindaco ho giurato di rispettare le leggi, ma quando vedo che un funzionario dello Stato applica le leggi in modo discutibile, mi sento libero di criticare lo Stato. Io - conclude Bianchi - da sindaco sto combattendo per migliorare il sistema".