Valle Camonica, paura tumori: "La verità sull'inquinamento"

In Valle Camonica si moltiplicano i casi di gravi malattie, anche fra i bambini. Nasce così un comitato con l’aiuto di un medico esperto del settore

Paura inquinamento in Valle Camonica

Paura inquinamento in Valle Camonica

Esine, 4 dicembre 2016 -  «Vogliamo chiarezza. Il nostro intento è quello di capire se noi e i nostri figli ci stiamo ammalando a causa dell’inquinamento che da anni caratterizza la Valle Camonica, anche in relazione ai recenti fatti di cronaca tra cui l’arresto di un imprenditore di Rogno con il conseguente sequestro della sua azienda. L’accusa per lui e per altre persone coinvolte, lo sappiamo, è quella di associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti pericolosi e inquinamento. Non solo: ci riferiamo anche a casi eclatanti come quello della Selca. 

La richiesta che facciamo non è avere un risarcimento personale ma che a essere risarcito, se vi sono effettivamente dei colpevoli, sia l’ambiente con opere di bonifica». La dichiarazione arriva da Lucia Bonazzoli, madre di una bimba che negli scorsi anni si è ammalata di leucemia pediatrica, da cui è guarita. Lucia Bonazzoli si è fatta promotrice della costituzione di un comitato con un’altra madre che ha avuto un bimbo malato: Eleonora Benedetti. Le due donne e una ventina tra malati di tumore e parenti di ammalati ieri nel pomeriggio all’oratorio di Sacca di Esine, per gentile ospitalità della Parrocchia, hanno incontrato l’avvocato Antonio Leonetti: esperto dell’associazione “Risarcimento Salute”.

L’intento è mettersi in prima linea e lavorare insieme per capire se effettivamente vi siano collegamenti tra il recente incremento di tumori in Valle Camonica e gli episodi di inquinamento. «Il percorso non sarà semplice – ha spiegato Leonetti, che da 30 anni lavora nel settore – Sarà necessario costruire una rete, informando sindaci e amministratori, ma anche incontrando medici ed esperti. Potrebbe essere anche necessario informare la Procura della Repubblica, dato che nel 2015 è stata introdotto il reato ambientale».

Le testimonianze nel corso del pomeriggio sono state tante, molte drammatiche. «Ho visto 17 bimbi camuni morire di leucemia – ha spiegato un signore – erano tutti figli di conoscenti». «Io invece ho perso un figlio e un fratello nel giro di cinque anni», ha detto una donna. Il prossimo appuntamento del gruppo sarà per questo martedì alle 20 sempre all’oratorio di Sacca quando sarà costituito ufficialmente il comitato. «Sono tutti invitati – spiegano gli organizzatori – sia i cittadini sia gli amministratori. L’appello va anche agli altri comitati ambientalisti della provincia, a cui chiediamo sostegno».