Incidenti sul lavoro: la strage non si ferma

A gennaio già tre morti e una decina di infortuni. Nell’ultimo anno in Lombardia 222 vittime (85 in più del 2019): è il dato più alto in Italia

Grafico incidenti lavoro

Grafico incidenti lavoro

Brescia, 30 gennaio 2021 - Aveva 44 anni. È morto travolto da un carico di ghiaia. Rezzato, provincia di Brescia, è solo una delle ultime località della Lombardia colpite da un incidente sul lavoro. A gennaio se ne contano già una decina: la scorsa settimana, sulla sponda occidentale dell’Adda, tra i comuni di Paderno d’Adda e Cornate d’Adda, tra le province di Lecco e Monza, un altro giovane (38 anni) ha perso la vita scivolando con il trattore in una scarpata: il mezzo lo ha schiacciato.

L’anno si è aperto con un operaio comasco morto mentre lavorava in un cantiere in Canton Ticino, in Svizzera: era impegnato in un intervento di ristrutturazione. Altri incidenti gravi hanno interessato la Bergamasca - a Cologno al Serio un trentanovenne è rimasto schiacciato in un macchinario per lavare le cisterne - e il Pavese: in un’azienda agricola di Monticelli Pavese un venticinquenne è caduto da circa tre metri. Anche Lodi non è stata risparmiata: a Somaglia un operaio di 51 anni è rimasto imprigionato in una fossa di due metri. Per salvarlo sono intervenuti i vigili del fuoco. Non fa eccezione neppure Milano: un operaio ha subìto lesioni gravi dopo essere precipitato mentre lavorava nel cantiere dell’ospedale Buzzi.

Gennaio sembra chiudersi sulla scia di quanto accaduto nel 2020, l’anno nero per la Lombardia anche per gli infortuni. Lo confermano i numeri diffusi dall’Inail: le denunce di incidenti sul luogo di lavoro sono diminuite (anche per effetto delle chiusure provocate dalla pandemia) ma nel nord-ovest la flessione è stata contenuta (-4,1%) rispetto al resto del Paese: (Centro -19,3%; Isole -18,8%; Sud -17,3% e Nord-Est -16,5%). Un trend condizionato dall’andamento della Lombardia, la regione con la minor riduzione di denunce: -6,3%. Ancora più preoccupante la curva dei morti sul lavoro: nel 2020 in Italia si sono contate 1.270 vittime, il 16,6% in più del 2019. Nel Nord-Ovest sono stati 136 in più i decessi (da 289 a 425), complice soprattutto l’aumento registrato in Lombardia - 222, 85 in più del 2019 - maglia nera del Paese. "Da tempo non si registrava un incremento tanto significativo nelle morti in occasione di lavoro" commenta Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre nel presentare l’ultima indagine che punta i riflettori sulla mappatura dell’emergenza morti bianche da gennaio a dicembre 2020.

La Lombardia è prima anche per numero di vittime sul lavoro da Covid-19: 159, il 37,3% del totale nazionale. Nella graduatoria delle province in cui si muore di più quattro posti tra i primi sei sono occupati dai territori lombardi: dietro Roma (54 decessi) si trovano Bergamo e Napoli (47). Seguono Milano (44), Torino (37), Brescia (36), Cremona (25). Tra i settori, quelli che contano più vittime sono la manifattura con 149 morti e le costruzioni (114). Seguono trasporto e magazzinaggio (112), commercio, riparazione di autoveicoli e motocicli (71), sanità e assistenza Sociale (67). La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è tra i 55 e i 64 anni.