Brescia, pedoni uccisi: l'investitore aveva un tasso di alcol tre volte i limiti

L'impiegato di 47 anni che ha travolto madre e figlio in moto è stato interrogato in ospedale. Al giudice ha detto solo: "Non ricordo nulla"

I rilievi della polizia locale

I rilievi della polizia locale

Brescia, 18 agosto 2018 - «Non ricordo e non riesco a ricordare nulla di ciò che è avvenuto mercoledì pomeriggio». Sono le uniche parole che davanti al gip Elena Stefana ha pronunciato il 47enne impiegato bresciano, arrestato il giorno di Ferragosto poco dopo avere travolto e ucciso con la sua motocicletta, in via La Marmora, il 65enne Mauro Rossi e sua madre Annina Breggia di 93 anni. Madre e figlio stavano attraversando la strada quando su di loro è piombata la Bmw 1200 condotta dall’impiegato, risultato positivo all’alcoltest e a un primo esame relativo all’uso di stupefacenti. Rossi è morto sul colpo per le gravissime lesioni subite, l’anziana madre ha lottato alla Poliambulanza per alcune ore prima di spegnersi.

Il 47enne, residente nel quartiere teatro dell’incidente così come le due vittime, si è poi avvalso della facoltà di non rispondere ed è stato quindi riaccompagnato nella stanza dell’ospedale Civile di Brescia dove si trova piantonato da mercoledì sera. Le sue condizioni di salute non destano preoccupazione, ha subito un serio trauma cranico e ha una frattura all’omero, e nelle prossime ore il giudice che lo ha voluto sentire scioglierà la riserva sulla convalida o meno dell’arresto.

Poche ore prima che il 47enne comparisse davanti al gip all’interno dell’ufficio di polizia del Civile, il sostituto procuratore Marzia Aliatis ha disposto l’incarico per l’autopsia sui due corpi e un esame tossicologico sul 48enne accusato di duplice omicidio stradale. Obiettivo dell’accertamento è stabilire con certezza il suo livello di alcol nel sangue e se effettivamente si fosse messo alla guida dopo avere assunto stupefacenti. I risultati dovrebbero arrivare entro una decina di giorni, ma nel frattempo dagli inquirenti trapela che al momento dell’arresto il 47enne motociclista avrebbe avuto circa 1,5 grammi di alcol per litro di sangue, tre volte in più del limite consentito.

A provocare il gravissimo incidente è stata senza alcun dubbio l’alta velocità a cui viaggiava la moto che attraversava via La Marmora in direzione della Volta. Rossi e la madre sono stati sorpresi mentre attraversavano la strada a pochi metri dal marciapiede. Solo i rilievi e gli accertamenti sui cicli semaforici che eseguiranno gli agenti della Locale saranno in grado di chiarire la dinamica del drammatico schianto e di capire se il 47enne abbia “bruciato” un semaforo rosso piombando come una bomba sui due pedoni.

Nel pomeriggio il medico legale ha concluso l’autopsia sui corpi di Mauro Rossi, da poco in pensione dopo avere lavorato una vita al Collegio Costruttori, e della madre 93enne. I funerali delle due vittime si dovrebbero celebrare lunedì, dopo che il magistrato titolare dell’inchiesta avrà disposto il nulla osta alla sepoltura restituendo i corpi ai familiari.