Donna muore dopo 14 anni dall’incidente: investitore accusato di omicidio colposo

Secondo la ricostruzione fatta in sede d’indagine dalla Procura il camionista a bordo del suo mezzo, mentre tentava di superare la ciclista, urtò la bicicletta di PAOLO CITTADINI

Tribunale di Brescia (Fotolive)

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Brescia, 28 febbraio 2016 - L'udienza preliminare è prevista in tribunale a Brescia per il prossimo 16 marzo, a quasi 19 anni dall’incidente stradale in cui con il suo camion ha investito una ciclista. La donna vittima dello scontro è morta ad aprile del 2011, quattordici anni dopo l’incidente. Il reato per cui per un ex camionista mantovano si trova imputato (ora l’uomo ha 63 anni ed è pensione da qualche tempo) è quello di omicidio colposo (subito dopo l’incidente era stato indagato per lesioni colpose): per il codice penale rischia una condanna da 2 a 7 anni di reclusione. Per il Sostituto procuratore infatti il decesso della donna, avvenuto per una infezione, “sepsi da pseudomonas e candida”, è strettamente collegato alla caduta dalla bicicletta di quattordici anni prima.

I fatti. Poco dopo mezzogiorno del 15 maggio del 1997, a Montichiari lungo la Statale Goitese, secondo la ricostruzione fatta in sede d’indagine dalla Procura il camionista a bordo del suo mezzo, mentre tentava di superare la ciclista, urtò la bicicletta. Interrogato poco più di un anno fa dalla Stradale il camionista aveva ricordato che quella bicicletta aveva di colpo cambiato traiettoria e lui aveva frenato per evitare l’impatto. Nonostante la velocità non fosse elevata, 55 chilometri orari, lo scontro era stato inevitabile. La donna - nata in Albania nel 1959, sposata, madre di due figli e al momento del decesso residente a Montichiari - venne sbalzata dal sellino e dopo un volo di 14 metri piombò sull’asfalto battendo violentemente il capo. «A causa delle gravissime lesioni riportate che ne determinavano lo stato vegetativo – scrive nella richiesta di rinvio a giudizio depositata dal Pm Michele Stagno lo scorso 18 gennaio – la donna è morta il primo aprile del 2011».

Come risarcimento per le lesioni subite nell’incidente la compagnia assicurativa con cui era stata stipulata la polizza dell’autocarro ha versato alla donna, prima che questa morisse, oltre 400mila euro. La vittima dell’incidente finì in coma. Dopo una prima fase di degenza in ospedale venne trasferita in un istituto riabilitativo e quindi nella propria abitazione. Proprio in uno di questi passaggi, secondo la difesa dell’ex camionista, potrebbe essere insorta l’infezione che ha causato il decesso. Questo sarà il nodo che dovrà essere sciolto. Nell’udienza preliminare il Gup Giovanni Pagliuca dovrà decidere quindi se far iniziare il dibattimento, con la possibilità tutt’altro che remota che il reato possa andare in prescrizione, oppure decidere di archiviare la posizione del camionista. Una possibilità questa che il difensore dell’uomo, l’avvocato Felice Arco, ha sostenuto anche nella memoria depositata nel novembre del 2014 alla chiusura delle indagini della Procura di Brescia.