Inferno di fuoco sull'autostrada A21, la causa della strage: camionista distratto

Brescia, l’indagine della polizia. Famiglia arsa viva: una delle vittime aveva due mesi

Dramma lungo la A21 (Ansa)

Dramma lungo la A21 (Ansa)

Montirone (Brescia), 4 gennaio 2018 - I resti del seggiolino agganciato al sedile posteriore, sul quale viaggiava una bimba di due mesi o poco più. Accanto, il corpo carbonizzato di una ragazza (o di un ragazzo), e di un terzo adulto. Davanti sedevano un uomo o una donna, ma uno dei due è stato scaraventato dietro per l’urto. È la scena agghiacciante rimasta negli occhi dei soccorritori quando sono riusciti ad aprire con le seghe elettriche la carcassa della Kia divorata dal fuoco. L’auto della famiglia francese, tre adulti e due bambini, sterminata nell’incidente avvenuto martedì alle 14,19 in A21, in territorio di Montirone, a sud di Brescia, insieme al camionista che ha provocato il tamponamento. Un italo-macedone residente a Cuneo, unica vittima identificata con certezza.

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Un’ecatombe, scatenata da un tir che trasportava di sabbia finito addosso alla Kia in coda per un tamponamento avvenuto due ore prima. La macchina, alimentata a Gpl, dicono dalla Stradale di Brescia e Cremona, è stata spinta sotto un’autocisterna di gasolio a sua volta quasi ferma, che procedeva più avanti. Il tamponamento ha innescato una bomba di fuoco che ha divorato l’auto all’istante. Sul caso la procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo. Anche ieri, mentre i tecnici lavoravano per ripristinare 30 metri di asfalto liquefatti e un ponte sovrastante che è tuttora inagibile, il pm Roberta Panico è tornata sul luogo della strage con il consulente Cinzia Cordogni.
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Ha acquisito le immagini delle telecamere, che però non avrebbero inquadrato nulla di utile perché erano girate in direzione del tamponamento avvenuto alle 12,30, osservato i segni della frenata e la scalfittura sul tir piemontese, traccia dell’aggancio della Kia. Per il comandante della polstrada di Brescia, Barbara Barra, a generare l’inferno è stata la distrazione: «I veicoli erano in fase di rallentamento, le cose erano segnalate (i pannelli informativi suggerivano di uscire a Manerbio, ndr). Purtroppo il mezzo pesante non è riuscito a interrompere la corsa». A fare chiarezza sarà la magistratura, che ha disposto l’autopsia sui corpi. Un test che darà informazioni anche sull’eventuale presenza di sostanze, medicinali o alcol nel sangue del camionista che ha provocato l’incidente. Sotto il sedile anteriore della Kia è stato recuperato il numero di telaio che rimanda a un intestatario francese. Ma non è detto che l’uomo sia tra le vittime, di cui bisogna anche identificare i parenti. Sul dramma si è espresso anche il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri, secondo cui per la sicurezza stradale c’è ancora lavorare «per ridurre al minimo i drammatici effetti causati dalla distrazione».