Inchiesta “Scarface“, Mura respinge i legami con le cosche calabresi

Brescia, l’imprenditore televisivo venne arrestato nell’autunno 2020 ritenuto al vertice di un’associazione con affari sporchi

In 3 ore di deposizione ha rintuzzato tutte le accuse. Francesco Mura, il 42enne astigiano imprenditore televisivo delle estrazioni del lotto, ieri a processo ha negato collusioni con la ‘ndrangheta, il riciclaggio, le manovre losche con la complicità di tabaccai e gestori di sale slot, ma anche la corruzione di carabinieri e poliziotti. Arrestato nell’autunno 2020 con 13 persone nell’ambito dell’inchiesta ‘Scarface’, Mura è ritenuto al vertice di un’associazione finalizzata a reati fiscali - tra cui il riciclaggio - aggravata dal fiancheggiamento della ndrina Barbaro-Papalia di Buccinasco. Per la Procura il clan, interessato a ripulire fiumi di denaro sporco, avrebbe messo le mani su numerosi bar e tabaccherie tramite Mura, ricco sfondato in virtù dell’amicizia con Giuseppe Pangallo, genero di Rocco Papalia, noto esponente della cosca. L’imputato ha ammesso la frequentazione con Pangallo ma ha affermato di aver saputo solo poi dalle Tv che il suocero fosse in cella per ‘fatti gravi’. Da loro in ogni caso non avrebbe preso un euro. Quei viaggi da Montecarlo con migliaia di bigliettoni, presunti soldi sporchi, altro non erano che "soldi miei, per ripianare un fallimento consegnati alle mie ex socie, alle quali raccontai di averli avuti in prestito da un calabrese per aumentare le chances di restituzione. Ma non era vero". Ha ammesso di aver avuto parecchio ‘nero’, ma preso le distanze dal sistema delle prepagate. "Le caricava mio padre, per pagare venditori e bande tv. Funzionava così da 20 anni. Rimpiango di non essermi opposto ma non mi occupavo di contabilità e ho sempre preteso pagamenti in regola". E non avrebbe riciclato alcunché con il trucco del cambio intestazione delle giocate vincenti: "quasi sempre quelle erano vincite mie, qualche altra volta invece il cambio dei tagliandi era stato fatto solo per portarli nelle trasmissioni e avere un ritorno pubblicitario". B.Ras.