Incendio nel bosco, uomo visto mentre appiccava il fuoco

Il sindaco di Bienno: "Siamo sulle sue tracce. Il danno è incalcolabile"

Incendio

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Bienno (Brescia), 6 gennaio 2017 - «All'idiota che ha provocato tutto questo, un avvertimento: siamo sulle tue tracce». Parola del sindaco di Bienno, Massimo Maugeri, che così ieri si è espresso su Facebook in merito allo spaventoso incendio che ha polverizzato trecento ettari di bosco e pascoli in Valcamonica. Perché oramai è quasi una certezza: il rogo più devastante registrato negli ultimi anni da queste parti, che ha reso la cima della montagna un buco nero spelacchiato, è opera di un piromane. Le fiamme si sono sprigionate alle 15 del 4 gennaio a Campolaro di Breno, a circa 1.300 metri di quota, e nel giro di poche ore per colpa della siccità e del forte vento si sono trasformate in un muro incandescente e indomabile di una decina di chilometri esteso fino a Bienno e Prestine.

Anche ieri sono stati al lavoro una settantina di pompieri di Darfo, Edolo e Breno con sette squadre supportate da 13 gruppi anti-incendio boschivo della Comunità montana della Valcamonica. In campo anche due Canadair, mentre non è riuscito a volare l’elicottero della Regione per le forti raffiche di vento. Nel tardo pomeriggio il sindaco di Bienno ha fatto sapere che l’incendio era stato quasi completamente domato fatta eccezione per un paio di focolai ancora oggetto di monitoraggio. Si può tirare un sospiro di sollievo per l’incolumità di baite, cascine e abitazioni (c’è pure una colonia) salve per miracolo, ma la conta dei danni è enorme.

«Sono bruciati 300 ettari di parco dell’Adamello, il trenta per cento bosco e il resto pascoli – ha detto Maugeri -. È un danno incalcolabile, per ripristinare il paesaggio dovremo chiedere aiuto agli enti sovracomunali. Senza contare che rischiava di scapparci il morto: lavorando su quelle pendenze con il vento è un attimo scivolare. L’unica nota positiva è che questa volta abbiamo dei forti indizi in mano per incastrare l’autore».

Carabinieri della compagnia di Breno e carabinieri forestali lavorano all’indagine. Qualcuno avrebbe visto il piromane appiccare il fuoco a delle sterpaglie in un punto vicino alla strada che porta a Campolaro. Perché questo scempio? Maugeri scuote la testa: «È più probabile siano dispetti tra pastori o cacciatori per la gestione della zona. Chi ha agito lo ha fatto in condizioni climatiche perfette per creare il disastro».

Ieri pomeriggio è scattato un altro allarme per incendio boschi in Valsabbia, tra Levrange e Ono Degno. Per fortuna le fiamme sono state contenute subito. Dal 31 dicembre in Lombardia si sono susseguiti 12 roghi boschivi e la provincia più colpita è quella bresciana. A Tremosine la notte di Capodanno per colpa di un petardo, un incendio che ha incenerito 200 ettari di verde. «Si tratta di incendi in gran parte dolosi – ha detto l’assessore regionale alla Protezione civile Simona Bordonali –. È essenziale l’aiuto dei cittadini. Se si vede qualcuno accendere un fuoco è necessario avvertire subito le forze dell’ordine».