Altri 200 ettari mangiati dal fuoco. In un mese un rogo ogni due giorni

Cresce l’emergenza incendi, l’ultimo caso sui monti bresciani: la mano dei piromani non si ferma

Un Canadair in azione

Un Canadair in azione

COLLIO (Brescia) Duecento ettari di terreni da pascolo devastati da un incendio doloso. L’ennesimo in Lombardia. L’ultimo bersaglio della mano dell’uomo si trova ad alta quota. A quasi 2mila metri d’altitutidine, sul Monte Maniva. Collio, in provincia di Brescia, tra le località Val Gradello e Botticini , si aggiunge a un lungo elenco di roghi che nel 2021 hanno mangiato 280 ettari di terra: 200 incendi, uno ogni due giorni secondo l’assessorato regionale della Protezione civile sono la fotografia di un’emergenza che non riesce a spegnarsi.

Gli ultimi scatti fotografici dei volontari del gruppo Sevac di Concesio, nel Bresciano, tra i primi ad intervenire insieme ai colleghi dei gruppi antincendio boschivo della valle Trompia e della Provincia di Brescia, ai vigili del fuoco e ai carabinieri forestali, descrivono un paesaggio quasi lunare. Là dove fino a poche giorni fa c’erano zone destinate al pascolo e alberi. Il vento sta complicando le operazioni di spegnimento: centinaia i focolai che si sono formati.

Le raffiche hanno limitato gli interventi aerei, con gli elicotteri. L’area è estesa, ma lontana dai centri abitati della zona. Accanto alle operazioni di spegnimento sono state avviate le indagini. Ma i dubbi sono ridotti al minimo: l’origine dolosa è quasi certa.

La dinamica, tuttavia, è ancora da ricostruire: non è chiaro ancora se l’incendio sia stato appiccato volontariamente, poiché non sono stati al momento trovati inneschi, o se qualcuno abbia acceso un rogo per disfarsi di sterpaglie e altro materiale, senza poi riuscire a contenere le fiamme alimentate dal forte vento. In entrambi i casi sarebbe stata comunque la mano dell’uomo a provocare l’ennesimo danno ambientale.

Solo pochi giorni fa, infatti, (23 gennaio) un immenso rogo ha interessato il Monte Maddalena di Brescia: ci sono voluti due giorni per domarlo. Per consentire le operazioni di soccorso la strada che sale sulla "montagna dei bresciani" è stata chiusa al traffico. Incendio di grandi proporzioni, domenica scorsa, sulla Corna Blacca, nel territorio di Pertica Bassa, in linea d’aria a una manciata di chilometri dal Monte Maniva: i carabinieri forestali e chi si è occupato dello spegnimento hanno trovato ben dieci punti di innesco. Il danno: quasi 50 ettari di bosco devastati. Fuoco e fiamme hanno devastato anche le montagne del lecchese, tra cui quelli della zona di Narele, sopra Esino Lario, dove i venti lo scorso 22 gennaio hanno alimentato l’incendio soffiando a oltre 40 chilometri all’ora.

Anche in quel caso è stata la mano dell’uomo a colpire. Brescia, Lecco e Como risultano essere le province lombarde più boscose e quindi quelle più a rischio di incendio. Solo nel 2020 a Brescia due grandi incendi registratisi in Valle Sabbia, a Casto e Bione, hanno distrutto mille ettari: due anno dopo i la vegetazione sta solo parzialmente ricrescendo.