Brescia, modifiche al testamento: "L'imprenditore non è stato circuito". Assolti

Gli imputati tirano un sospiro di sollievo, per i giudici "il fatto non sussite"

Un anziano a passeggio con la badante

Un anziano a passeggio con la badante

Brescia, 25 maggio 2019 - Assolti "perché il fatto non sussiste". Tira un sospiro di sollievo l’avvocato Luca Dagnoli, a processo con Raisa Rusu, moldava sessantenne, e il figlio della signora, 39 anni, per circonvenzione di incapace. I tre erano accusati di avere convinto un facoltoso imprenditore di Limone sul Garda, Vincenzo Risatti, prozio del penalista, a modificare il testamento. L’anziano, morto a 93 anni nel 2016, si fece accompagnare dal nipote da un notaio e dirottò una cospicua parte della sua fortuna ai Rusu. Secondo l’accusa Dagnoli avrebbe partecipato all’accordo incassando dal parente una lauta parcella (60mila euro, già restituiti).

Ieri il giudice ha dato ragione agli imputati, secondo cui non c’è stato alcun raggiro: semplicemente il nonnino, lucido e tutt’altro che incapace, aveva scelto di ricompensare colei che da 13 anni era stata una compagna e il figlio, per lui una famiglia, è la loro tesi. "E’ la fine di un incubo – si sfoga Dagnoli – Io mi ero limitato ad accompagnare il figlio di Raisa e lo zio dal notaio, ma a suggerire la modifica fu il professionista in base alle volontà di Risatti".

A generare l’inchiesta furono i quattro figli dell’imprenditore, parti civili nell’attuale giudizio e promotori di una causa civile pendente. Nell’ambito della stessa vicenda nel 2018 i Rusu erano stati condannati a 3 anni (per una presunta sottrazione di denaro), Dagnoli e il collega civilista Ernesto Folli a un anno e 8 mesi (per l’incasso di 60mila euro ciascuno). Un verdetto in attesa di appello.