Iginio Massari dà una lezione agli hater

Definirono "vomitevole" la sua crema: condannati due clienti

Iginio Massari

Iginio Massari

Brescia, 5 dicembre 2018 - «I social sono un valido strumento di comunicazione che consentono di raggiungere luoghi e persone lontane, attenzione tuttavia ai contenuti. Fiducia nella giustizia». Così il maestro pasticcere Iginio Massari ha commentato su Twitter la vittoria legale contro due clienti della sua pasticceria Veneta che, su Tripadvisor, avevano definito la sua crema «vomitevole».

«Se questa è la tua pasta di mandorle allora non sai cosa sia la realtà – scriveva il cliente bresciano, utilizzando il telefono cellulare della fidanzata . La crema pasticcera è vomitevole. Sarai pure un pasticcere stellato, ma se vuoi imparare a lavorare devi assaggiare i nostri prodotti del sud Italia». Tanto era bastato a Massari per denunciare l’ignoto critico. «Si può fare una critica, basta che non sia diffamatoria – le parole di Massari –. In questo caso, avevano esagerato e ho deciso pertanto di prendere la via legale che è durata cinque anni. Una battaglia che ho fatto da solo, senza sostegno del motore di ricerca, ma già dal primo passo la Polizia Postale aveva ravvisato la diffamazione. Alla fine il giudice mi ha chiesto una transazione che ho accettato devolvendo l’importo del danno a una Onlus che si occupa di acquistare macchinari e supporti tecnologici adeguati ai bambini ricoverati presso l’Ospedale pediatrico di Brescia».

Nel lungo iter processuale il maestro Massari non ha mai conosciuto i “leoni della tastiera”. «Ho solo saputo che hanno più di 30 anni, ma sono immaturi. Sono come quelli che pensano di viaggiare soli in autostrada e non si accorgono di essere gli unici contromano. Vivono pensando di poter buttare fango addosso agli altri, con intento diffamatorio disperdono in un attimo il lavoro di una vita. Nella mia pasticceria abbiamo alle dipendenze 38 persone – l’orgoglio di Massari – e io ho l’abitudine di dare puntualmente lo stipendio ogni mese. Contro chi pensa di diffamare un impegno imprenditoriale, il buonismo esagerato non serve a nulla. Ho voluto frenare chi ha esagerato, ma sarei stato più soddisfatto se non si fosse saputo. Dopo il danno, ora c’è anche chi cerca clamore. Ma io resto qui, a lavorare».