Già una cinquantina i minori senza genitori

Sono stati affidati a vicini, amici o conoscenti per ricongiungersi ai parenti che vivono a Brescia

Sono già una cinquantina i minori non accompagnati arrivati a Brescia dall’inizio dell’emergenza Ucraina. Una delle principali preoccupazioni, espresse anche dal Comune al Tribunale dei minori, era proprio la vigilanza su questi bambini. Da mercoledì, un primo monitoraggio lo sta facendo l’Asst Spedali Civili: grazie all’attività di assistenza socio-sanitaria nella tensostruttura allestita nell’oratorio Sante Capitanio e Gerosa, ha modo di rilevare la presenza di minori arrivati senza i genitori, o perché affidati a vicini, amici, conoscenti, o perché arrivati da soli in attesa di ricongiungersi a parenti già presenti a Brescia, oppure perché provenienti da orfanotrofi. Tutti vengono registrati, con nome, cognome, grado di parentela di chi li ospita; i nomi vengono inviati in Procura e all’ufficio minori della Divisione anticrimine della questura. Resta da definire il passaggio con i servizi sociali dei Comuni.

"Noi siamo il primo punto di contatto per queste persone, che passano dai nostri servizi prima di andare in questura – spiega Luisa Soldati, responsabile Coordinamento dei consultori Asst Spedali Civili – è presente un’equipe multidisciplinare, anche con una mediatrice, per la rilevazione dei bisogni".

È già capitato che dal primo contatto sia emersa la necessità di consulenze di neuropsichiatria infantile o di indirizzare le donne in gravidanza al consultorio (in città è stato individuato un unico punto di accesso in via Duca degli Abruzzi). "Le ostetriche fanno la presa in carico – spiega Soldati – poi abbiamo definito un percorso verso il punto nascita". Nessun nuovo nato, ma qualche fiocco rosa o azzurro è atteso a breve. F.P.