Il ghiacciaio mette la coperta nella primavera più rovente

Temperature sopra la media anche in alta quota. Si corre ai ripari. Tornano i teli geotermici per cercare di salvare il Presena dallo scioglimento

Nella foto di Michele lapini  la posa dei teli geotermici sul ghiacciaio del Presena

Nella foto di Michele lapini la posa dei teli geotermici sul ghiacciaio del Presena

Passo del Tonale (Brescia) - Il ghiacciaio del Presena, in un maggio dalle temperature inusualmente alte e dopo un inverno secco e poco freddo, in cui le precipitazioni nevose e la pioggia sono stati pochissimi, comincia a coprirsi per poter sperare di “sopravvivere“ e tornare riapparire alla luce dopo settembre. Accade nella zona a cavallo tra Vermiglio e la Provincia di Brescia. A poche centinaia di metri da Capanna Presena e dalla funivia che conduce a 3mila metri di altezza, dove la stagione sciistica si è conclusa domenica 15 maggio.

A celare alla vista i ghiacci, per provare a preservarli, è la società Carosello, che sta avviando la posa dei cosiddetti teli geotermici che misurano, ognuno, cinque metri di larghezza e 70 di lunghezza e che vengono cuciti tra loro per evitare qualsiasi danno ambientale e scarto di materiale. Il progetto, studiato per evitare o rallentare le conseguenze del riscaldamento globale è iniziato nel 2008 e mira a evitare lo scioglimento: un fenomeno progressivo che sta facendo sparire i ghiacciai dell’arco alpino e con essi le riserve idriche per i paesi di montagna, i fiumi e di conseguenza le pianure fino al mare, come dimostrano le condizioni attuali del fiume Po’, sceso ai minimi storici di questo periodo e quelli del fiume Oglio e del lago d’Iseo, che sono stati molto molto bassi per i primi quattro mesi e mezzo dell’anno 2022 e che solo ora stanno recuperando alcuni centimetri.

Le temperature di questi giorni, altissime e spesso oltre i 30 gradi in pianura e sui laghi, non aiutano certo. In questo momento la stagione irrigua rappresenta un punto di domanda. E il fatto che i pochi ghiacci rimasti debbano essere coperti con dei teli per poter essere tutelati non ne è che una triste conferma. Basti pensare che in poco più di un decennio il 13% dei ghiacciai alpini lombardi si è sciolto. Il ghiacciaio dell’Adamello, vicino al Presena, ha perso ben quattro chilometri di superficie in 33 anni, pur restando il ghiacciaio italiano più esteso con i suoi Miller Superiore, Corno Salarno, Pian di Neve, Adamé e Mandrone, dove il ritiro dei ghiacci è più evidente.