Passo del Tonale (Brescia) - Il ghiacciaio del Presena, in un maggio dalle temperature inusualmente alte e dopo un inverno secco e poco freddo, in cui le precipitazioni nevose e la pioggia sono stati pochissimi, comincia a coprirsi per poter sperare di “sopravvivere“ e tornare riapparire alla luce dopo settembre. Accade nella zona a cavallo tra Vermiglio e la Provincia di Brescia. A poche centinaia di metri da Capanna Presena e dalla funivia che conduce a 3mila metri di altezza, dove la stagione sciistica si è conclusa domenica 15 maggio.
A celare alla vista i ghiacci, per provare a preservarli, è la società Carosello, che sta avviando la posa dei cosiddetti teli geotermici che misurano, ognuno, cinque metri di larghezza e 70 di lunghezza e che vengono cuciti tra loro per evitare qualsiasi danno ambientale e scarto di materiale. Il progetto, studiato per evitare o rallentare le conseguenze del riscaldamento globale è iniziato nel 2008 e mira a evitare lo scioglimento: un fenomeno progressivo che sta facendo sparire i ghiacciai dell’arco alpino e con essi le riserve idriche per i paesi di montagna, i fiumi e di conseguenza le pianure fino al mare, come dimostrano le condizioni attuali del fiume Po’, sceso ai minimi storici di questo periodo e quelli del fiume Oglio e del lago d’Iseo, che sono stati molto molto bassi per i primi quattro mesi e mezzo dell’anno 2022 e che solo ora stanno recuperando alcuni centimetri.
Le temperature di questi giorni, altissime e spesso oltre i 30 gradi in pianura e sui laghi, non aiutano certo. In questo momento la stagione irrigua rappresenta un punto di domanda. E il fatto che i pochi ghiacci rimasti debbano essere coperti con dei teli per poter essere tutelati non ne è che una triste conferma. Basti pensare che in poco più di un decennio il 13% dei ghiacciai alpini lombardi si è sciolto. Il ghiacciaio dell’Adamello, vicino al Presena, ha perso ben quattro chilometri di superficie in 33 anni, pur restando il ghiacciaio italiano più esteso con i suoi Miller Superiore, Corno Salarno, Pian di Neve, Adamé e Mandrone, dove il ritiro dei ghiacci è più evidente.