Macello sequestrato a Ghedi, carne contaminata dai batteri 50 volte il consentito

Lungo l'elenco dei reati contestati: maltrattamento di animali, adulterazione di alimenti, frode nell'esercizio del commercio, falso in atto pubblico e smaltimento illecito di rifiuti

Carne esposta (foto Germogli)

Carne esposta (foto Germogli)

Ghedi (Brescia), 8 ottobre 2015 - Contaminazione batterica nei tagli di carne pronti per la vendita anche cinquanta volte oltre il limite consentito. E' uno dei retroscena del sequestro preventivo effettuato ieri mattina alla Italcarni di Ghedi.

Gli uomini del Nipaf (Nucleo investigativo polizia ambientale e forestale) della forestale di Brescia hanno apposto i sigilli al macello intensivo di via Artigianale 42 al termine di un'indagine che ha acceso i riflettori su una situazione considerata di “grave irregolarità” sotto vari profili, non solo quello del benessere animale ma anche della salute pubblica.

Lungo l'elenco dei reati contestati: maltrattamento di animali, adulterazione di alimenti, frode nell'esercizio del commercio, falso in atto pubblico e smaltimento illecito di rifiuti. Sotto inchiesta ci sono sei persone: oltre al titolare dell'azienda, alcuni suoi dipendenti ma anche funzionari del servizio veterinario dell'Asl di Lonato, sospettati di collusione. Grazie ad alcune telecamere nascoste, gli inquirenti avrebbero appurato una prassi di macellazioni non rispettose delle norme. Le mucche stando all'accusa venivano scaraventate giù dai camion a forza, anche con catene, e cadendo si ferivano. Le ferite si infettavano sviluppando una carica batteriologica pericolosa. Analisi dell'Istituto zooprofilattico di Torino e di Portici (Napoli) hanno evidenziato nei tagli di carne batteri (tra cui la salmonella) 50 volte oltre il limite consentito, con seri rischi per il consumatore. La procura contesta inoltre lo sversamento degli scarti di macellazione nelle rogge.