Caso veleni, arriva la legge sui fanghi: controllo, monitoraggio e tracciabilità

Brescia, controllo e tracciabilità dopo lo spandimento di 150mila tonnellate di gessi non adeguatamente trattati

I controlli dei carabinieri

I controlli dei carabinieri

Brescia -  Giro di vite sui gessi di defecazione da fanghi usati in agricoltura: dalla Regione arriva la legge che prevede controllo, monitoraggio e tracciabilità. La legge, promossa dagli assessori Fabio Rolfi (Agricoltura) e Raffaele Cattaneo (Ambiente) e votata in Consiglio regionale, va a sopperire alla lacuna della normativa nazionale: dal 2016 si attende infatti l’aggiornamento del decreto ministeriale che ha inserito questi materiali tra i fertilizzanti. Tuttavia, pur sapendo chi li produce, il destino d’uso è ignoto e potenzialmente improprio, cioè non collegato alla funzione di correttivo sui terreni agricoli. Con la nuova normativa regionale, ora le Province dovranno anche riesaminare gli atti autorizzativi per le aziende che producono gessi di questo tipo, per adeguarli alle nuove disposizioni (4 nel Bresciano).

Ad accelerare l’iter normativo, c’è stato il caso Wte, l’azienda bresciana finita sotto sequestro per lo spandimento di 150mila tonnellate di gessi che non sarebbero stati adeguatamente trattati su terreni agricoli. Nel Bresciano, per ora, sono 31 i Comuni coinvolti a vario titolo che si stanno attivando, per cercare quanto meno di localizzare gli spandimenti finiti sotto la lente della Procura. "A Calvisano abbiamo uno dei 3 capannoni della Wte, da 500-600 mq – spiega il sindaco Angelo Formentini –. Non avevamo mai ricevuto lamentele per odori o molestie olfattive, è stato un fulmine a ciel sereno". Nel Comune, solo in un’azienda agricola sono stati smaltiti fanghi della Wte. "Li ha usati dal 2016 al 2018, su una porzione molto piccola, poi non più perché non funzionavano. Io credo che la cosa si sgonfierà molto – prosegue Formentini – tra Calvisano, Ghedi, Montichiari abbiamo la più alta concentrazione di allevamenti: non c’è un centimetro quadrato dove poter smaltire altri materiali". Nei confronti dell’azienda è stata comunque emessa l’ordinanza di caratterizzazione. Il Comune, come molti altri, si è affidato ad un legale e si costituirà parte civile nel caso di rinvio a giudizio degli indagati.

«Sono quattro le tipologie di reato contestati: la discarica abusiva è stata rilevata solo a Lonato. Gli altri Comuni sono per lo più interessati da emissione di odori molesti e spandimento, getto pericoloso in atmosfera. E poi c’è il traffico di influenze illecite, reato personale". La Provincia si è incarica di coordinare i 31 Comuni bresciani, supportandoli in una materia non semplice. "Abbiamo chiesto aiuto al ministero dell’Ambiente - evidenzia Formentini – ma il dicastero di fatto ci ha spiattellato le cose da fare: peccato che i sindaci non abbiano competenze dal punto di vista ambientale".