Polaveno, accoltellano la sorella: si aggrava la posizione dei gemelli

Choc nel paese del Bresciano dove i due fratelli diciassettenni sono poi scappati coi soldi di papà

Nell’abitazione della famiglia è intervenuta anche la Scientifica

Nell’abitazione della famiglia è intervenuta anche la Scientifica

"Al male si risponde con il bene, bisogna spezzare questa catena della violenza che sembra sia diventata la normalità. È particolare come all’interno di una famiglia, carne della stessa carne e tra fratelli, da amici si diventa nemici". Così, durante la messa del mattino don Ennio Galelli, parroco di Polaveno, ha commentato il tragico fatto di sangue consumatosi in una casa del quartiere Castello, non distante dalla chiesa, dove due fratelli gemelli di 17 anni hanno ferito in modo molto grave la sorella di 22 anni colpendola con armi da taglio: un coltello da cucina e un’ascia prelevata dal capanno degli attrezzi della casa dove i tre vivevano con mamma e papà. Siamo sui monti ai confini tra la Valle Trompia e il lago d’Iseo, in una comunità tranquilla che svolge la sua quotidianità a circa 600 metri di altezza, tra case antiche e capannoni industriali e artigianali. E Polaveno, ieri, sia durante la funzione religiosa, sia dopo, nei pochi bar del paesino di 2.440 anime, si è mostrata sconvolta. Muta nel proprio dolore. Nessuno ieri aveva voglia di parlare, di raccontare di quella famiglia originaria del posto, perbene, con il padre operaio e la madre a casa ad accudire i suoi tre ragazzi. La maggiore ora è in ospedale, grave ma non in pericolo di vita. Secondo quanto appreso è stata ferita in diversi punti del corpo tra cui alla gola, in un’area delicatissima. Solo per benevolenza della sorte l’accoltellamento non si è trasformato in tragedia. È stata operata due volte: l’ultima ieri. Gli interventi son andati bene e appena potrà anche lei sarà ascoltata dagli investigatori. Per ora è affidata ai medici e agli infermieri.

I carabinieri hanno preso i suoi fratelli a Ponte Zanano, dopo che sono fuggiti di casa. Erano ancora insanguinati. Uno è in ospedale, dove sarà operato a una mano, ferita durante l’aggressione alla sorella, l’altro è stato portato al carcere minorile di Firenze. L’interrogatorio di convalida dovrebbe tenersi oggi. Intanto i due gemelli assistiti dagli avvocati Stefano Paloschi e Andrea Paternoster, hanno risposto a tutte le domande del pm Maria Cristina Bonomo e ammesso le proprie responsabilità. Le ragioni di tanta efferatezza rimangono in gran parte oscure. Il pm, a tutela degli arrestati, ha secretato gli atti. Sembra però che da qualche tempo i ragazzi, che sono sempre stati molto legati e complici tra loro, fossero cambiati e forse questo in famiglia non andava bene. Da qui le discussioni, anche con la sorella – impiegata, descritta come una "ragazza serissima" – che ai fratelli ha sempre tenuto moltissimo, tipiche di una famiglia dove ci sono ragazzi che crescono e si affacciano alla maggiore età. Niente che potesse far presagire un’azione simile.

Impensabile che i fratelli potessero fare del male alla sorella maggiore o ad altri e non risulta che l’aggressione sai stata preceduta da un diverbio. "Sono molto vivaci – ha spiegato un vicino di casa – ma inseriti nella comunità. Erano spesso in oratorio dove venivano a giocare a pallone. È incomprensibile la loro furia. E credo se ne siano resi conto anche loro. Hanno trascorso la notte a piangere, perché si sono resi conto di ciò che hanno fatto alla sorella". Uno dei due ragazzi da poco aveva lasciato la scuola. Il fatto che tutto si sia svolto nel cuore della notte e che l’ascia sia stata presa fuori dal’abitazione potrebbe aggravare la loro posizione, così come l’idea di fuggire visto che avrebbero preso dei soldi dal portafoglio del padre.