Gavardo, operaio sequestrato: pista passionale. L'ex compagna: "Non era geloso" / FOTO

Trovata nel bosco l'auto usata dal rapitore di Mirko Giacomini, 45 anni

Le ricerche dell'operaio sequestrato

Le ricerche dell'operaio sequestrato

Gavardo (Brescia), 17 gennaio 2019 - Sono proseguite tutta la notte ma al momento restano senza esito le ricerche di Mirko Giacomini, operaio bresciano 45enne, e del suo sequestratore, il marocchino di 37 anni Abdeleouahed Haida. I carabinieri, dalla notte tra martedì e mercoledì scorsi, sono alla ricerca dei due uomini svaniti nei boschi tra Gavardo e Villanuova sul Clisi, nel Bresciano.

IL SEQUESTRO - Si tratterebbe di un rapimento per motivi passionali. Il sequestratore, infatti, avrebbe litigato con la compagna, accusata di avere una relazione con un ex collega della Saf, ditta di Muscoline dove la donna aveva lavorato come "interinale" per alcuni mesi. Successivamente, secondo quanto ricostruito dalle forze dell'ordine, l'uomo ha aspettato fuori dalla Saf due ex colleghi della donna sequestrandone uno e minacciandolo con una pistola per farsi portare a casa del presunto amante dove ha rilasciato il primo uomo prendendo come ostaggio il secondo, Mirko Giacomini. A dare l'allarme è  stato il primo collega, mentre Abdelouahed si dava alla fuga con Giacomini. L'auto usata è stata trovata in un bosco ma senza indizi utili.

LE RICERCHE - Stamani, al termine di un vertice in Prefettura, è stato istituito un "posto di comando avanzato" dal quale partiranno le squadre per cercare il sequestratore. Il centro sarà ospitato nell'ex scuola della piccola frazione Berniga, usata dal comune per le colonie estive. Un elicottero dei carabinieri sta sorvolando i boschi di Gavardo. Alle ricerche non partecipano volontari in quanto lo straniero è armato di pistola. 

LA MOGLIE DEL RAPITORE - "Non lo vedevo da un po'". Si aspettava una reazione così? "No". Sono le poche parole pronunciate da Angela, la moglie del sequestratore. "Non era geloso" ha sottolineato la donna.  L'abitazione dove la coppia conviveva fino ad alcuni mesi fa è presidiata dai carabinieri con giubbotto antiproiettile temendo che lo straniero, che è armato, possa presentarsi da un momento all'altro.