Brescia, macchinisti del Frecciarossa ubriachi: l’inchiesta si avvia alla conclusione

L'accusa contesterà ai due indagati l'ipotesi di interruzione di pubblico servizio

Il caso dei macchinisti ubriachi sul Frecciarossa arriva davanti al giudice

Il caso dei macchinisti ubriachi sul Frecciarossa arriva davanti al giudice

Brescia, 22 settembre 2019 - La Procura è pronta a chiudere l’inchiesta sui macchinisti di Trenitalia che la scorsa primavera non erano riusciti a mettersi ai comandi del Frecciarossa per Napoli perché ubriachi. Manca solo l’esito di una consulenza sui loro telefonini, per scoprire se il 23enne milanese e il 35enne romano, poi sospesi dall’azienda, pure in altre occasioni si fossero dati alla bottiglia poche ore prima di prendere servizio. E poi il pm Erica Battaglia notificherà il provvedimento di conclusione indagini, quindi i due, mai sentiti dal magistrato, avranno 20 giorni per depositare memorie o, se riterranno, per farsi interrogare. Interruzione di pubblico servizio è il reato ipotizzato, mentre non vi sarebbero elementi per incolparli di attentato alla incolumità pubblica, così come aveva sollecitato il Codacons.   I dipendenti di Trenitalia, infatti, erano stati bloccati prima di fare salire sulle carrozze i 67 passeggeri, rimasti in attesa sul binario e poi dirottati a Milano in bus, quindi su un’altra Freccia diretta a Napoli. Stando a quanto è stato ricostruito dagli inquirenti i due, in trasferta a Brescia sabato 27 aprile per guidare la domenica seguente il treno 9604 delle 5,17 per il capoluogo partenopeo, avevano trascorso la serata in un ristorante vicino alla stazione. Una cena accompagnata da fiumi di alcol, come ha confermato il ristoratore. All’alba erano ancora in preda all’alcol. Il più giovane non ha avuto la forza di presentarsi al lavoro. E’ stato rintracciato in albergo e portato in ospedale. Il collega invece ha rischiato. E’ salito sul treno, si è portato nella cabina di comando, ma il capotreno lo ha visto poco lucido ed è intervenuto. Ha chiamato la Polfer e la Polstrada per farsi prestare l’etilometro, e lo ha sottoposto al test. Risultato: un tasso alcolemico di 1,96 grammi, quattro volte oltre il limite consentito.