Frana di Tavernola e rischio tsunami: "gabbia" da 6 milioni per evitarlo

Arriva il via libera dalla Regione per un sistema di tiranti in grado di mettere in sicurezza Monte Saresano. Intanto si studia se c’è una correlazione tra la frana e gli scavi nella miniera Ca’ Bianca di Parzanica

Il fronte della frana ha provocato danni evidenti anche in strada

Il fronte della frana ha provocato danni evidenti anche in strada

Brescia - Un sistema di tiranti per evitare lo scivolamento del terreno, scongiurando il rischio di onda anomala nel lago d’Iseo. É questo il cuore degli interventi di mitigazione previsti per la frana di Tavernola Bergamasca, sul Monte Saresano, su cui nei mesi scorsi si sono accesi i riflettori a causa dell’accelerazione del fronte franoso che, nello scenario peggiore, avrebbe potuto provocare onde alte fino a 8 metri, che avrebbero messo in pericolo Monte Isola e la riva bresciana del Sebino. A conclusione dello studio commissionato da Regione Lombardia, l’assessore regionale a Territorio e Protezione civile Pietro Foroni ha confermato che dalla Regione arriveranno 1,5 milioni di euro per progettare la messa in sicurezza del Monte Saresano.

I fondi regionali verranno successivamente appaltati dall’Autorità di Bacino del Lago d’Iseo. Gli interventi di mitigazione del rischio consisteranno fondamentalmente in una serie di tiranti attestati nel terreno a una profondità di 30-35 metri, tale da superare la superficie di scivolamento, raccordati in superficie da una trave di collegamento: una sorta di ‘gabbia’, che agirà su quattro diversi punti del versante sui quali si muove la frana. Il progetto esecutivo sarà pronto entro novembre 2022, per un intervento che potrebbe costare tra i 4 ed i 6 milioni di euro.

Nelle prossime settimane sarà portata in Giunta una delibera per attuare l’accordo con l’Autorità di Bacino del Lago d’Iseo e mettere così a disposizione le risorse necessarie per procedere con la progettazione dell’intervento di mitigazione del rischio. "L’auspicio, ora, è che oltre ad hashtag e passerelle anche il Governo faccia la propria parte rispetto le proprie competenze, allo scopo di salvaguardare, in primis, l’incolumità degli abitanti", attacca Foroni. La messa in sicurezza non sarà, dunque, immediata, ma le analisi dicono che per ora, la situazione è sotto controllo. Il fronte franoso è sotto la stretta osservazione, dal 24 agosto scorso, del centro di monitoraggio geologico di Arpa Lombardia.

Secondo i dati dei ricercatori, la frana resta attiva, ma ha rallentato. L’aspetto più rassicurante sta soprattutto nelle tempistiche di un eventuale cedimento: anche nel caso peggiore, da allarme rosso, ci sarebbero comunque 36 ore di anticipo sull’evento per poter evacuare la popolazione. Sarà fondamentale , dunque, lavorare sui piani di Protezione civile. Il fronte franoso continuerà ad essere oggetto di studi, in particolare per capire le ragioni dell’accelerazione dei movimenti. Si sta lavorando, in particolare, per capire se c’è una correlazione tra l’escavazione nella miniera Ca’ Bianca di Parzanica che nel frattempo si è fermata e l’accelerazione, aspetto quest’ultimo su cui ancora non ci sono certezze. Di sicuro il Sebino sarà costretto a convivere con la paura di un subire uno tsunami ancora a lungo.